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Liquidità, populismo ed emergenti: il 2019 di Schroders

1/21/2019

Sul fronte della crescita le previsioni sono al di sotto del consensus ma i mercati potrebbero essere pronti a eventuali delusioni e più resilienti agli shock


Preoccupazioni sulla crescita e stretta di liquidità hanno pesato sui mercati a fine 2018 e lo stesso destino attende l'inizio del 2019. 

 

Secondo l'analisi di Keith Wade, chief economist and strategist di Schroders è probabile che la liquidità globale si riduca ulteriormente, con la conclusione del programma di acquisto di asset della BCE che si affianca al quantitative tightening della Fed. Questi sviluppi implicano che la Bank of Japan sarà l’unica banca centrale a portare avanti attivamente il quantitative easing nel 2019. Le iniziative della People's Bank of China e della Swiss National Bank sui mercati valutari potrebbero continuare, ma nel complesso il livello di liquidità è destinato a ridursi nel 2019.

 

Il secondo fattore da tenere in considerazione è quello relativo ai mercati emergenti che potrebbero subire un riscatto durante quest'anno. "La stretta di liquidità globale e le tensioni commerciali non saranno di aiuto; tuttavia, se la Fed deciderà di sospendere il ciclo di inasprimento a giugno 2019, è probabile che il dollaro ne verrà indebolito. Ciò allevierebbe la pressione su chi si indebita in dollari e sui Mercati Emergenti. Verosimilmente questi mercati stanno già prezzando lo scenario peggiore, dato che sia le azioni che le valute hanno avuto ribassi significativi" spiega l'esperta di Schroders. 

 

A livello globale aleggia ancora lo spettro del populismo. Secondo Wade: "Gli Usa hanno sovraperformato in termini di crescita nel 2018 grazie agli stimoli fiscali del Presidente Trump, e gli altri Paesi se ne stanno accorgendo. L’esempio più evidente è la Francia, dove il Presidente Macron ha ceduto alle richieste populiste di tagli alla tassazione. L’Italia ha ottenuto il permesso per un bilancio più espansivo nel 2019. Il Regno Unito sta pianificando un sostegno fiscale nell’eventualità di una hard Brexit, mentre sono attesi ulteriori stimoli in Cina. Il Giappone potrebbe essere un’eccezione, con l’aumento della tassazione al consumo pianificato per ottobre; tuttavia, anche qui si stanno adottando misure per mitigare l’impatto del rialzo dell’IVA e l’aumento della spesa potrebbe superare il gettito extra. 

I governi cercano soluzioni rapide per incoraggiare la crescita come ad esempio il taglio delle tasse, una spesa pubblica maggiore o leggi come l'aumento minimo salariale. I governi però non sono più forti abbastanza da resistere alle pressioni populiste verso una soluzione fiscale. Ciò implicherà un maggiore indebitamento pubblico, come già sta accadendo negli Usa.

 

In conclusione, sul fronte crescita "le nostre previsioni di base per il 2019 sono leggermente al di sotto del consensus e ci aspettiamo che le tensioni commerciali proseguano: ciò presuppone che i timori sulle attività continueranno. Tuttavia, i mercati potrebbero aver già prezzato la maggior parte delle cattive notizie, con i rapporti prezzo-utili che si trovano al di sotto delle loro medie rolling a dieci anni. Ciò non garantisce rendimenti positivi nel 2019, ma significa che i mercati sono posizionati meglio per sostenere una delusione e di conseguenza più resilienti agli shock rispetto all’anno passato" afferma l'esperta di Schroders.

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