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2/18/2019
La Germania rallenta ma lo fa in un contesto di generale assopimento. Secondo l'analisi degli esperti di Candriam, l’incremento dei dazi doganali, imposto dagli Stati Uniti, su acciaio e alluminio e successivamente su una serie di prodotti cinesi, ha avuto un effetto immediato sul commercio globale. Il clima di incertezza creato da queste tensioni commerciali ha contribuito ulteriormente al rallentamento dell’attività industriale, in particolare nei paesi asiatici, che costituiscono un importante sbocco per l’export tedesco.
Secondo le previsioni però, nei prossimi mesi, la produzione industriale sarà soggetta a forze opposte: da un lato, la successione degli shock temporanei dovrebbe stimolare la produzione; dall’altro, l’eccesso di scorte in Asia e l’inasprimento del contesto economico in Europa continueranno a far rallentare la crescita del vecchio continente. Le misure di stimolo fiscale in atto nei principali paesi dell’Eurozona dovrebbero, tuttavia, sfociare in una graduale ri-accelerazione dell’attività economica. Alla luce della crescita debole, l’Eurozona - e la Germania in particolare - rimangono vulnerabili a qualsiasi ulteriore shock.
Infatti, malgrado la tregua sancita a Buenos Aires, le tensioni tra Cina e Stati Uniti sono tutt’altro che sopite. In particolare, la minaccia statunitense dei dazi doganali sul settore automotive potrebbe presto riapparire, con effetti che potrebbero ripercuotersi in particolar modo sull’economia tedesca.
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