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Bce guardinga, preoccupa la domanda per il credito

3/7/2019

La Banca Centrale Europea ha lasciato i tassi d'interesse invariati. Leggi i commenti dei gestori


Tutto come previsto. La Banca Centrale Europea ha lasciato i tassi d'interesse invariati: il tasso principale resta fermo allo 0 per cento, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,40%. (Leggi anche Bce: economia più debole, sul tavolo il TLTRO)

Secondo Nick Wall, co-gestore del fondo Merian strategic absolute return bond, Merian Global Investors “al rallentare della crescita, la Bce ha deciso di non assumersi rischi all’interno del sistema bancario, offrendo liquidità a basso costo fino al 2023 attraverso le sue TLTRO (Targeted Longer-Term Refinancing Operations). Ha anche esteso la forward guidance con tassi che secondo le aspettative dovrebbero restare ai livelli attuali ‘almeno fino alla fine del 2019’, il che è abbastanza in linea con quanto prezzato dai mercati. Ciò dovrebbe essere parzialmente d’aiuto, mantenendo i costi del credito bassi”.

“Tuttavia – argomenta l’analista - la questione problematica in Europa continua ad essere la domanda per il credito. Perché tale domanda aumenti, l’Europa dovrà sperare in una ripresa della crescita in Cina che sostenga le sue esportazioni e in un aumento delle spese pubbliche. Anche una crescita della fiducia dei consumatori ridurrebbe il tasso di risparmio che è si è impennato dopo il complesso quarto trimestre del 2018”.

“La Bce sta facendo tutto il possibile all’interno del suo framework legale per mantenere il costo del credito basso, ma finché la domanda di credito non si riprenderà in maniera significativa, la Banca Centrale continuerà ad impegnarsi in una fatica di Sisifo”, conclude Wall.


Per Jeremy Gatto, investment manager del fondo multi-asset Navigator di Unigestion, "la riunione odierna della Bce conferma il recente spostamento verso toni accomodanti che abbiamo osservato in decisioni prese anche da altre Banche Centrali del G10. La vera sorpresa di oggi non è tanto nelle misure annunciate, quanto piuttosto nella loro tempistica (oggi vs. più avanti).


"Questo cambiamento - prosegue l'economista  - può essere chiaramente spiegato dalla decelerazione delle tendenze macroeconomiche e dell'inflazione che abbiamo osservato attraverso i nostri Nowcaster (che combinano un gran numero di serie di dati in real-time in un indicatore dell’attività economica attuale). Il nostro Growth Nowcaster attualmente rimane sopra lo zero (cioè sopra la crescita potenziale), ma il mondo sviluppato sta decelerando". 


Anna Stupnytska, head of global macro e investment strategy di Fidelity International, sottolinea come "Draghi abbia tenuto un’altra lezione magistrale di tattiche 'Shock & Awe', su scala minore rispetto a prima ma in uno scenario dove sembrava non vi fosse molto spazio per sorprese dovish senza ricorrere a grandi misure politiche. Come previsto, in occasione del meeting odierno, la BCE ha mantenuto i tassi di riferimento invariati. Anche l’annuncio del TLTRO era stato ampiamente previsto, anche se i dettagli forniti nella dichiarazione non erano attesi prima della prossima riunione. La sorpresa più accomodante rispetto alle aspettative di mercato è stata la modifica degli orientamenti futuri, che ora prevedono che i tassi di interesse rimangano ai livelli attuali 'almeno fino alla fine del 2019', mentre in precedenza il timing era 'almeno fino all’estate'".


Marco Vailati, responsabile ricerca & investimenti di Cassa Lombarda, evidenzia come la Bce abbia “lanciato una nuova serie di operazioni trimestrali mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO III) da settembre’19 a marzo’21, ciascuna con la scadenza di due anni. Le controparti potranno contrarre prestiti fino al 30% dello stock di prestiti idonei al 28/2/19 ad un tasso pari alla media del MRO del periodo del prestito stesso, ma con incentivi per il mantenimento di condizioni favorevoli di credito. Il meccanismo è studiato per evitare la congestione dei bilanci bancari per le scadenze dei precedenti LTRO (6/20-3/21), di varie obbligazioni in circolazione e per agevolare il rispetto di regolamenti stringenti, ma non vuole assolutamente facilitare l’acquisto di titoli governativi (per questo TLTRO e non LTRO)".


Alessandro Tentori, chief investment officer di AXA Investment Managers Italia, analizza lo scenario economico e le cause che nel medio periodo potrebbero portare la Bce a lasciare i tassi invariati ancora a lungo, molto più di quanto stiano già scontando i mercati. In sintesi, secondo Tentori, nel processo di normalizzazione della politica monetaria, la Bce potrebbe non limitarsi a ritardare il rialzo dei tassi per qualche trimestre.

“A mio avviso – prevede l'analista - lo scenario alternativo, a cui gli analisti di AXA IM attribuiscono un corposo 40%, è una situazione di stampo Giapponese, nel senso monetario del termine. Uno scenario in cui i tassi della Bce potrebbero stazionare in ambito negativo per un intero ciclo, da un minimo di 2 a un massimo di 5 anni, con importanti conseguenze sui mercati".

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