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Come posizionare il portafoglio in vista di una recessione

3/11/2019

Lo spiegano Darrell Spence e Jared Franz, economisti di Capital Group


Le recessioni possono risultare complesse, di difficile comprensione e non facilmente prevedibili. Una recessione si verifica quando la produzione economica subisce una flessione dopo un periodo di crescita: è una fase naturale e necessaria di ogni ciclo economico e non durano a lungo. Da una recente analisi di Capital Group di 10 cicli dal 1950 si evince che le recessioni hanno avuto una durata compresa tra 8 e 18 mesi, con una media di 11 mesi. Anche se un periodo di recessione non sembra imminente, non è mai troppo presto per pensare alle potenziali ripercussioni di un evento del genere sul proprio portafoglio. "Ciò è dovuto al fatto che i cicli ribassisti e le recessioni sono a volte concomitanti, con le azioni che tendono a raggiungere il picco con un anticipo di circa sette mesi rispetto al ciclo economico" spiegano Darrell Spence e Jared Franz, economisti di Capital Group.

Come posizionare il portafoglio, dunque, in vista di una recessione? Cercare di anticipare il mercato vendendo titoli può essere un approccio avventato. "Gli investitori devono cogliere l’opportunità per rivedere la propria asset allocation complessiva, che potrebbe aver subito forti variazioni durante il ciclo rialzista, assicurandosi di disporre di un portafoglio equilibrato e ben diversificato. Non tutte le azioni reagiscono allo stesso modo nei periodi di stress economico. Nel corso delle ultime otto principali fasi di flessione, alcuni settori degli Stati Uniti hanno mostrato una maggiore capacità di tenuta rispetto ad altri" proseguono i due economisti.

Spence e Franz fanno notare che i beni di consumo di base e i servizi di pubblica utilità, ad esempio, hanno generato dividendi importanti, mostrando un potenziale di rendimento costante nei periodi di calo delle quotazioni azionarie. "Sebbene i titoli azionari orientati alla crescita possano ancora trovare posto nei portafogli, gli investitori dovrebbero considerare le imprese con bilanci solidi, flussi di cassa costanti e prospettive di crescita a lungo termine, in grado di resistere alle volatilità a breve termine" sottolineano i due economisti.

Quanto alla parte obbligazionaria del portafoglio, i due ricordano che il reddito fisso è una misura essenziale per raggiungere la stabilità e la conservazione del capitale, soprattutto in presenza di mercati azionari volatili. "Nel corso delle ultime sei correzioni di mercato, i rendimenti del mercato obbligazionario statunitense, in base ai dati dell’indice Bloomberg Barclays U.S. Aggregate, sono stati stabili o positivi in cinque periodi su sei" aggiungono i due economisti. Ma attezione: Spence e Franz suggerisono, piuttosto che incrementare l’allocazione obbligazionaria in previsione di una recessione, di assicurarsi soprattutto che "l’esposizione al reddito fisso sia in grado di coprire i quattro ruoli svolti dalle obbligazioni: diversificazione nei confronti delle azioni, creazione di reddito, conservazione del capitale e protezione dall’inflazione".

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