Tempo di lettura: 2min

Brexit: accordo May probabile al 50%

3/11/2019

Mancano tre settimane alla data fissata per l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, ecco quanto il mercato quota i possibili rivolgimenti


Tre settimana all'uscita del Regno Unito dall'Unione europea. Il countdown si fa sempre più serrato e le opzioni sul tavolo prendono forma. 

Secondo Quentin Fitzsimmons, gestore obbligazionario e Brexit specialist di T. Rowe Price sono ripartiti negli scorsi giorni i negoziati sulla possibilità proposta da Theresa May. Nonostante questo però, ci sono ancora altre opzioni da dover vagliare. 

Il primo è che il Parlamento approvi una versione modificata dell’accordo che il Governo britannico ha concordato con l’UE e il Regno Unito lasci l’Unione il 29 marzo (che il mercato quota al 50%).

In secondo luogo il Governo britannico non riesce a far approvare il deal dal Parlamento e il Regno Unito lascia l’Unione Europea il 29 marzo senza disposizioni in atto e senza un periodo di transizione che permetta alle imprese e alle persone di prepararsi. Gli scambi commerciali tra UK e UE diventerebbero immediatamente soggetti alle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (che il mercato quota al 15%).

Inoltre, l’UE potrebbe concedere un’estensione dell’Articolo 50 del Trattato di Lisbona, che stabilisce il 29 marzo come data legalmente vincolante per la Brexit, lasciando più tempo al Governo britannico per far approvare un accordo dal Parlamento. Questo scenario potrebbe implicare una consultazione dell’elettorato britannico tramite un secondo referendum sul deal (che il mercato quota al 25%).

Infine il Primo Ministro Theresa May decide di chiedere le elezioni anticipate, nel tentativo di incrementare la maggioranza parlamentare del Partito Conservatore e facilitare l’approvazione di un accordo. In questo scenario sarebbe comunque necessaria un’estensione dell’Articolo 50 (che il mercato quota al 10%).

 

Alla luce di ciò, come reagiranno gli asset finanziari? Secondo l'esperto di  T. Rowe Price, il mercato obbligazionario britannico dipenderà probabilmente dall’andamento economico del Paese, che difficilmente sarà solido nel breve termine, qualunque sia l’esito della Brexit. Anche se si arrivasse ad un accordo, una ‘hard Brexit’ avrebbe un forte impatto sui mercati del credito, ma offrirebbe anche molte opportunità per acquistare bond corporate le cui valutazioni sono calate troppo rispetto alla qualità dei fondamentali. 

 

L'equity del Regno Unito ha già subito un de-rating. In teoria, le azioni britanniche appaiono attraenti nel confronto internazionale. L’approvazione dell’accordo del Primo Ministro sbloccherebbe valore sul mercato, che si è preparato alla possibilità di una Brexit ‘disordinata’ senza un accordo.

La sterlina, conclude Fitzsimmons, è stata sostenuta dalla prospettiva di un accordo, che preverrebbe la possibilità di una Brexit ‘cliff-edge’. Tuttavia, il deal proposto da Theresa May non è una soluzione economica ideale. Dato che la sterlina solitamente assorbe gli shock dell'economia britannica, potrebbe comunque indebolirsi ancora. La misura di tale indebolimento dipenderebbe dai tempi necessari a ripristinare la fiducia nell’economia. Riteniamo che l'economia britannica possa riprendersi più rapidamente del previsto: ciò significa che la debolezza della sterlina – e degli asset britannici in generale – potrebbe avere vita breve.

 

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?