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Se la Cina rallenta, il resto del mondo?

3/11/2019 | Redazione Advisor

Gli obiettivi di crescita del prodotto interno lordo cinese si attestano tra il 6 e il 6,5%, ecco come reagiranno gli altri paesi secondo l'analisi di DWS


Il Congresso nazionale del popolo ha confermato gli obiettivi di crescita più bassi per la Cina. Ciò influenzerà il commercio con gli altri paesi in modo diverso. Il caso degli Stati Uniti è particolarmente curioso.

Si è tenuta nei giorni scorsi l’apertura della sessione annuale del Congresso nazionale del popolo cinese. Gli obiettivi di crescita del prodotto interno lordo cinese tra il 6 e il 6,5% hanno fatto notizia. Come detto in precedenza, secondo DWS, non c'è sorpresa né eccessiva preoccupazione per questo calo dei tassi di crescita.

 

A dire la verità, per l'economia globale il benessere della Cina è di estrema importanza, per le dimensioni della sua economia, nonché per i riflessi sul commercio globale. Tuttavia, l'impatto del rallentamento cinese sarà sfumato, a seconda del disavanzo o del surplus (beni e servizi) di ciascun paese. Si tenga presente che la Cina continua ad avere un surplus delle partite correnti. Tuttavia, questo surplus si sta riducendo e, se le dinamiche non cambiano, in un futuro non troppo lontano potrebbe effettivamente trasformarsi in un deficit.

 

Nel "grafico della settimana", diamo uno sguardo ai saldi bilaterali commerciali dei diversi paesi con la Cina. La Cina è spesso oggetto di pratiche commerciali sleali. Uno sguardo alle statistiche commerciali rivela un quadro un po’ più sfumato. Da un lato, la Cina sta registrando notevoli deficit commerciali con alcuni paesi, ragguardevoli quelli con alcuni paesi dell'Asia orientale, esportatori di materie prime, ma anche con la Germania e il Giappone. Viceversa, la Cina continua a registrare un notevole surplus con molti paesi industrializzati, in particolare con gli Stati Uniti. Nel 2018 ha raggiunto il massimo storico di 419,2 miliardi di dollari [1]. Sicuramente non è il tipo di notizie che rallegrano il Presidente degli Stati Uniti, dato che gli USA, nel bel mezzo del suo mandato, hanno raggiunto un deficit commerciale record di 891,3 miliardi di dollari.

 

 

 

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