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5G un tema di innovazione o di supremazia?

3/13/2019

Secondo l'analisi di Neuberger Berman la rivoluzione che riguarda, tra gli altri l'internet of things, si gioca anche e soprattutto sul delicato equilibrio tra Paesi, ecco perché


"L’avevo già detto a novembre e oggi lo ribadisco: nei mesi a venire non mancheranno le notizie su Huawei e sulla tecnologia 5G e non tutte saranno “buone notizie”, almeno all’apparenza. Tuttavia, riteniamo che il mercato stia mandando segnali fin troppo chiari: le notizie degli ultimi cinque mesi hanno annunciato l’arrivo del tema di investimento “5G”, non i suoi effetti dirompenti" afferma Yan Taw (YT) Boon, director of equity research, Asia e co-portfolio manager – equity research thematic portfolios di Neuberger Berman. 

Si fa largo a grandi passi l'idea che il 5G non solo sia una prosecuzione natuale del 4G ma molti dei Paesi la ritengono una necessità per i futuri sviluppi economici. (Ricordiamo Trump che ha affidato il solito tweet su questo tema "Voglio la tecnologia 5G e anche 6G negli Stati Uniti il prima possibile”).

Una delle innumerevoli funzioni del 5G è la tecnologia “Massive MIMO”, cioè Multiple Input e Multiple Output. Questa tecnologia non solo consente ai dispositivi di effettuare download più veloci, ma anche di condividere i dati con altri dispositivi in tempo reale, senza quel buffering di una frazione di secondo che caratterizza il 4G. Stiamo parlando del cosiddetto “Internet of Things (Internet delle cose)".

 

Il problema dietro a queste notizie però sembra essere la sicurezza. "Oltre a richiedere l’arresto di Meng Wanzhou in Canada, gli Stati Uniti hanno proibito alle agenzie di governo di acquistare apparecchiature Huawei e ha esortato i Paesi partner del “Five Eyes” e l’Unione europea ad adottare misure analoghe. Il motivo ufficiale è di esercitare pressioni su Pechino affinché obblighi la società di Shenzen a condividere i dati che fluiscono attraverso i suoi prodotti" spiega l'esperto. 

Ma siamo sicuri che questa sia la vera causa? Boon prosegue spiegando che: "È difficile capire perché non si applicano gli stessi criteri anche a Nokia ed Ericsson, concorrenti internazionali di Huawei. Tutto considerato, queste società hanno ogni interesse a preservare l’accesso al mercato cinese che potrebbe offrire un enorme potenziale di crescita, con reti 5G operative già dal prossimo anno. Ciò offrirebbe alla Cina una posizione di vantaggio, ammesso che ne avesse bisogno" - E continua - In ultima analisi, riteniamo che gli eventi in atto siano una questione di concorrenza economica, che siano cioè un espediente per consentire alle società di telecomunicazione statunitensi, che hanno accumulato un forte ritardo, di recuperare il terreno perduto con Huawei".

 

Intanto però: "Quando a dicembre Meng Wangzhou è stata arrestata, i titoli esposti alla tecnologia 5G hanno registrato una volatilità addirittura maggiore a quella che all’epoca interessava il mercato azionario in generale. La settimana scorsa, quando il CFO di Huawei ha fatto causa alle Autorità canadesi per arresto illegale e Huawei stessa ha fatto causa al governo degli Stati Uniti impugnando l’embargo sui suoi prodotti, quegli stessi titoli avevano già recuperato il 30-50%. Gli utili sottostanti iniziano a evidenziare la rapida crescita degli ordini in Cina, Corea del Sud e Giappone" spiega l'esperto.

 

 

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