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Sostenibilità, ecco quali saranno i prossimi megatrend

3/13/2019

Dal carbon free alle smart city. L'analisi di Pictet am si concentra sull’evoluzione dei criteri Esg


“I criteri Esg non possono essere una moda e sono sempre più cruciali per le imprese, oltre a orientare le scelte di investimento, soprattutto dei Millenial. Non solo per una questione di etica: secondo l’Università di Harvard, un dollaro collocato in società Esg nel 1993, 17 anni dopo valeva 22,6 contro i 15,4 delle aziende meno attente al tema”.

Paolo Paschetta, country head per l’Italia di Pictet asset management, a questo propositi ricorda che “il 7 marzo un nuovo regolamento europeo ha sancito l’obbligo per tutti gli strumenti finanziari proposti al mercato di indicare la propria sostenibilità ambientale e sociale. La riforma, che ha messo d’accordo Parlamento, Consiglio e Commissione, si applica a fondi comuni, polizze, schemi pensionistici, gestioni di portafogli individuali e contratti di consulenza: viene sancito il divieto di greenwashing e si prevede un sistema di monitoraggio che sarà garantito dalle tre autorità di vigilanza europee. Una novità che riteniamo epocale e che arriva a valle dell’iniziativa di cui Pictet Am si è fatto promotore, attraverso la Swiss Sustainable Finance, meno di un mese fa”.

“Ci riferiamo – specifica l’analista - alla lettera aperta inviata l’11 febbraio scorso ai rappresentanti di FTSE Russel, Morningstar, MSCI, S&P Dow Jones Indices e STOXX, affinché siano rimossi da tutti gli indici, usati come base per la costruzione di prodotti di investimento attivi e passivi, i produttori di armi controverse. L’appello è stato firmato da oltre 140 tra asset manager, investitori istituzionali, wealth manager rappresentanti un asset under management di 6,8 trilioni di dollari: una presa di posizione netta contro munizioni a grappolo, mine antipersona, armi biologiche e chimiche, armi nucleari che possono ferire in modo indiscriminato o sproporzionato e il cui utilizzo è vietato o limitato dalle convenzioni internazionali. Ricorda Eric Borremans, head of Esg di Pictet asset management: ‘In linea con le convenzioni internazionali, le best practice d’investimento e la pubblica opinione, riteniamo che i mezzi finanziari dovrebbero essere meno facilmente disponibili per i produttori di armi controverse’. Ritengo molto importante che l’impulso a un’azione del genere sia venuto dall’industria del risparmio gestito, in un contesto in cui la propensione verso la sostenibilità e la responsabilità sociale e di governance è finalmente divenuta molto alta”.

“Operativamente – spiega l’esperto - la nostra strategia principale è quella di selezionare titoli di società che offrono soluzioni a problemi ambientali come il cambiamento climatico e che favoriscano il passaggio a una economia a bassa intensità di carbone: energia pulita, gestione dello spreco, controllo delle emissioni dell’aria sono temi per noi classici. Inoltre, sviluppiamo o gestiamo portafogli che investono nell’intera filiera economica ma che puntano soltanto in quelle società che sono all’avanguardia per quanto riguarda la sostenibilità nel loro settore nei confronti dei loro competitor – per esempio preferiamo le compagnie che sono maggiormente esposte nel gas naturale rispetto al petrolio per il minore inquinamento”.

La gamma di fondi tematici di Pictet am negli anni “si è ampliata fino a comprendere, insieme al Fondo Water, anche i Fondi Nutrition, Timber, Clean Energy, Global Environmental Opportunities e Smart City. Prodotti che individuano i megatrend del prossimo futuro. In particolare, riteniamo cruciale il tema che segue il Pictet-Global Environmental Opportunities, un comparto azionario che investe principalmente in azioni globali di società che operano nella catena di valore dell'energia pulita, dell'acqua, dell'agricoltura, delle attività forestali cavalca il tema secolare del passaggio a una società sempre più carbon-free. Un cambiamento molto importante, inoltre, è quello che sta segnando le nostre città e che cerchiamo di cogliere nel portafoglio Smart City, lanciato lo scorso settembre. Le città in tutto il mondo riconoscono la necessità di investire nell’ammodernamento delle infrastrutture e di adottare soluzioni e tecnologie più intelligenti per migliorare la qualità della vita di una popolazione che cresce in maniera esponenziale”.

L’obiettivo “è rafforzare l’esposizione alle società che offrono soluzioni alle sfide poste dall’urbanizzazione e dal cambiamento nello stile di vita dei consumatori. Dunque, andiamo alla ricerca di aziende operanti in diversi settori che promuovono lo sviluppo di città più intelligenti, cioè più efficienti, sicure e sostenibili e che si adattano meglio alle esigenze dei cittadini. Tra le principali posizioni in portafoglio si distingue Visa, uno dei due leader del mercato delle carte di credito, che vanta una solida crescita dei ricavi e margini attraenti. La diffusione dei metodi di pagamento elettronici è un trend che ha ancora un immenso potenziale”.

“Infatti - conclude Paschetta - la maggior parte delle transazioni sono ancora eseguite in contanti, ma progressivamente, anche le più piccole, si stanno spostando sulle piattaforme elettroniche. Visa è nella posizione ottimale per trarne vantaggio. Puntiamo anche su un gruppo come Ecolab”.

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