Tempo di lettura: 2min
3/21/2019
Questa volta potrebbe essere diverso per la Cina e il ciclo economico potrebbe essere “unico” nella storia del Paese. Sono diversi gli indicatori che stanno rallentando in maniera coordinata, dall’immobiliare, alle esportazioni fino ad arrivare a quello manifatturiero.
Secondo l’analisi di Stephen Green, economista di Capital Group, i quesiti che arrivano da Pechino sono sostanzialmente due: verrà lanciano un nuovo programma di stimoli e avrà un impatto significato?
Ad una prima occhiata però sembra che il governo non intenda replicare le misure di stimolo attuate trail 2015 e il 2016. Gli stimoli infatti, prosegue Green, potrebbero sortire l’effetto contrario rispetto a quello sperato creando il tanto temuto “effetto bolla”, soprattutto nel settore immobiliare.
Se vogliamo davvero capire qual è la situazione in Cina vale la pena monitorare con attenzione il Tasso di crescita del credito, un indicatore affidabile. La crescita del credito infatti rappresenta linfa per l’economia ed p stata interessata da un trend discendente su base annua a partire dal 2010.
Certo è bene ricordare che la Cina è stata affossata per molti mesi anche da concause che arrivano dall’esterno come i dazi commerciali imposti dal presidente Trump. Una tregua almeno sul breve periodo è stata siglata ma non è possibile escludere che ulteriori scontri potrebbero avvenire in futuro soprattutto in tema di proprietà intellettuale, dati sensibili e 5G.
L’esperto di Capital Group però non manca di sottolineare che esistono ancora buone opportunità nonostante il quadro generale quantomeno complesso. “Gli investitori con un approccio cauto e selettivo potrebbero trovare opportunità interessanti tanto nelle società cinesi interessati da trend di crescita secolari quanto nelle multinazionali che hanno un importante giro di affari in Estremo Oriente, come Apple, Nike e Starbucks. Buone opportunità sono presenti anche nelle società sia domestiche che estere che offrono servizi finanziari e legati ai viaggi alla crescente classe media cinese, o nelle società tecnologiche innovative che progettano e producono semiconduttori per i dispositivi mobili e per l’automazione industriale” spiega Green.
Infine: “Tra le società quotate basate in Cina le valutazioni appaiono sicuramente più interessanti oggi di quanto non lo fossero nel 2017. Gli investitori potrebbero voler prendere in considerazione anche le implicazioni di un’ulteriore apertura alle società straniere da parte della Cina come parte dei futuri accordi di scambio”.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie