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Crescita globale in ripresa. Ecco perché

3/22/2019

Con l’arrivo della primavera sembra rinascere la speranza, soprattutto per il commercio mondiale


"Ci sono diverse spiegazioni per il rally del mercato finanziario da inizio anno. In ogni caso, i nostri indicatori sull’attività economica segnalano un altro rallentamento dei dati nell’ultimo mese. Di recente, infatti, la crescita globale è scesa leggermente al di sotto del potenziale. Ma la probabilità di una ripresa almeno temporanea è aumentata dopo questo lungo periodo di debolezza dei dati macroeconomici”. Proprio per questo Stefan Scheurer, director, global capital markets & thematic research di Allianz Global Investors, rileva che “con l’arrivo della primavera, sembra rinascere la speranza, soprattutto per il commercio mondiale, anche se il possibile accordo fra Usa e Cina è stato rinviato ad aprile”.

"Sia la crescita che i mercati finanziari – argomenta l’analista - dovrebbero beneficiare delle politiche più “dovish” delle principali Banche Centrali. La Federal ha enfatizzato la linea attendista e la Banca Centrale Europea ha rinviato il primo rialzo dei tassi al 2020. I fattori globali hanno sicuramente influito su tali decisioni, e le prospettive di inflazione contenuta consentiranno alle autorità di tirare il fiato."

L’indice inflation surprise per i Paesi del G10 ha "toccato il minimo degli ultimi due anni. Anche se i mercati finanziari scontano un contesto di inflazione favorevole nel lungo periodo, gli investitori devono comunque monitorarne l’evoluzione. Oltre agli aumenti salariali, soprattutto negli Usa, in Europa e nel Regno Unito, anche il prezzo del petrolio, in sensibile ripresa da inizio anno, potrebbe alimentare le pressioni inflazionistiche. I possibili ulteriori tagli alla produzione dell’Opec, le incertezze circa le sanzioni contro Venezuela e Iran, e gli effetti base relativi alla seconda metà del 2019 potrebbero svolgere anch’essi un ruolo importante”.

Capitolo Stati Uniti. “La settimana prossima – constata l’economista - sarà dominata da una serie di dati. Diverse Fed regionali pubblicheranno gli indicatori anticipatori, che secondo le previsioni di consensus dovrebbero segnalare un rallentamento della crescita Usa, almeno in alcuni casi. Oltre ai dati sulla bilancia commerciale (in uscita mercoledì, che devono essere letti nel contesto dei negoziati in corso con la Cina) e alla terza stima del PIL del quarto trimestre (giovedì), l’attenzione sarà probabilmente rivolta al deflatore della spesa al consumo privata (PCE), esclusi alimentari ed energia (venerdì). Il deflatore PCE è il parametro di inflazione preferito dalla Fed e il dato di gennaio lasciava presagire il proseguimento di una linea monetaria attendista”.

Nell’area euro “saranno resi noti diversi indicatori di sentiment oltre ai prezzi al consumo di marzo (venerdì). Nel corso della settimana usciranno i dati di inflazione preliminari dei singoli Paesi europei e i rappresentanti della Bce discuteranno i temi di politica monetaria alla conferenza “The ECB and Its Watchers” a Francoforte. L’indicatore anticipatore del sentiment dell’economia tedesca ZEW, che negli ultimi tempi ha segnalato una certa debolezza della crescita nella prima metà del 2019, ha evidenziato un miglioramento per la quarta volta consecutiva. Le rinnovate speranze di una Brexit ordinata e i progressi nelle trattative commerciali sino-americane possono aver contribuito a tale dinamica. In questo contesto, sarà determinante l’indice Ifo, previsto per lunedì”.

Ma ci sono novità anche sul fronte della Brexit. “Finora, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea era prevista per il 29 marzo. Tuttavia, dato che la Camera dei Comuni potrebbe non votare per la terza volta l’accordo sulla Brexit, si sono riaperte tutte le possibilità: il no deal, la sfiducia alla premier Theresa May o una lettera all’Ue con la richiesta di rinvio della Brexit. L’incertezza politica non svanirà, ma la speranza rinasce continuamente”.

In Asia “gli investitori si concentreranno sui dati giapponesi, come i prezzi al consumo per l’area di Tokyo, le statistiche sul mercato del lavoro e le vendite al dettaglio (venerdì). Nel weekend, inoltre, sarà pubblicato il PMI manifatturiero della Cina. Active is: tenere conto dei fattori tecnici Anche se la crescita globale sta rallentando (ma una recessione appare improbabile) e i rischi politici sono onnipresenti, l’indice di volatilità è sceso al livello minimo da marzo 2018”.

I timori cedono il posto alle speranze? “Vediamo indubbiamente segnali promettenti per l’attività economica. Nell’ultima settimana i fondi azionari Usa hanno registrato la raccolta più consistente da marzo 2018 (USD 25,4 miliardi)".


"Le posizioni call negli Usa si sono notevolmente ampliate e stando all’Investor Intelligence Advisors Index prevalgono i tori”, conclude Scheurer.

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