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Obbligazionario, ecco perché puntare sul credito

4/11/2019 | Daniele Riosa

Woolnough (M&G): “Il mercato dei bond sconta una recessione che, a nostro avviso, non accadrà”


“Oggi, la preoccupazione principale sui mercati riguarda la possibilità di una recessione. Guardando però i dati degli indicatori economici anticipatori, come ad esempio il Conference Board Leading Economic Index per gli Stati Uniti, pare improbabile che questa si verifichi a breve”. Secondo Richard Woolnough, gestore del fondo M&G (Lux) Optimal Income, “il mercato obbligazionario sconta una recessione che, a nostro avviso, non accadrà”. 

“Il buono stato di salute dell’economia degli Stati Uniti – spiega l’analista - fa sì che i default sul credito tendano a essere pochi: un elemento certamente positivo per il segmento. In ambito obbligazionario, il nostro outlook differisce da quello della Federal Reserve e di altri operatori di mercato, secondo cui i tassi di interesse devono scendere per allontanare una recessione. Secondo noi, la Fed sta invece ampliando il ritardo rispetto alla situazione di mercato. Se l’economia americana va bene e il mercato del lavoro è solido, è molto difficile entrare in recessione. Su queste basi, al momento siamo più positivi sul credito rispetto al resto del mercato. E privilegiamo il credito anche rispetto ai titoli di Stato”.

Per l’esperto “i Gilt decennali rendono circa l’1%, una situazione assimilabile a un titolo azionario con un multiplo P/E di 100x. Di conseguenza, non è semplice esporsi su duration brevi, mentre gli spread creditizi sono interessanti. In altre parole, preferiamo assumerci il rischio di credito, piuttosto che il rischio tassi di interesse. Questo anche alla luce delle nostre attese di riduzione dell’offerta di obbligazioni societarie, in scia alla importante fase di M&A che sta giungendo al termine. Al contrario, l’offerta di Treasury salirà alle stelle. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è favorevole ad aumentare il deficit di bilancio per dare sostegno alle infrastrutture”.

Almeno nel breve termine, “il differenziale tra l’offerta di credito, dove vediamo un calo, e quella di titoli di Stato americani, dove invece si riscontra un aumento, si ridurrà: questa dinamica è fortemente favorevole per le obbligazioni societarie, rispetto ai titoli di Stato. È vero, ci sono diverse voci su un possibile downgrade di una porzione significativa di obbligazioni con rating BBB a livello junk. Ma se si analizza il rapporto upgrade/downgrade, vi sono anche bond BBB che compiono il percorso inverso. Su scala logaritmica, il credito BBB+ è più vicino in termini di caratteristiche di rischio al credito AA-, rispetto ai bond con rating BBB”.

“I team manageriali delle aziende emittenti - conclude Woolnough - sono consapevoli che in caso di un taglio dei loro rating creditizi, l’impatto sul business sarebbe estremamente negativo. Il nostro lavoro è proprio identificare le imprese che scelgono il proprio rating, piuttosto che farselo imporre dai mercati”.

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