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Jupiter AM guarda all'Asia per scovare opportunità

4/17/2019 | Redazione Advisor

Il problema con cui gli investitori devono misurarsi è il trend di crescita piuttosto basso a livello globale, ecco perché


"La Cina sta mostrando una rinnovata spinta alla spesa per le infrastrutture e sta cercando di stimolare un'accelerazione nell’aumento del credito, invertendo almeno in parte il focus sulla riduzione della leva finanziaria degli ultimi due anni. Un cambiamento simile, sempre in chiave accomodante, si è verificato negli Stati Uniti, dove la Federal Reserve ha cambiato radicalmente direzione negli ultimi mesi. Il culmine di questo processo è coinciso con la riunione del FOMC (Federal Open Market Committee) di marzo, che ha segnalato l’assenza di aumenti dei tassi per i prossimi due anni e ha confermato che il processo di normalizzazione del bilancio (il quantitative tightening) cesserà nel settembre 2019. Entrambe queste azioni hanno contribuito a sostenere i mercati azionari" spiega Talib Sheikh, head of strategy, multi-asset di Jupiter Asset Management. Un po' di numeri: lo Shanghai Composite ha raddoppiato gli utili USA da inizio anno, aumentando del 25%, arrivando a scambiare a un multiplo P/E di 11.2x.

 

Per investire gli esperti si basano sempre di più sulle previsioni di crescita dei prossimi trimestri. Sheikh spiega che: "I segnali della curva dei rendimenti sono diventati sempre più rilevanti nelle ultime settimane con lo spread 3 mesi-10 anni che recentemente ha registrato un’inversione per la prima volta dal 2007. Sebbene la curva dei rendimenti sia uno dei più affidabili indicatori anticipatori di recessione, riteniamo che la sola inversione non sia sufficiente a giustificare una tale previsione in questa congiuntura".

 

La crescita è rallentata, passando da un tasso insostenibilmente superiore al trend ad uno un po’ più vicino al potenziale, ma sarebbe prematuro isolare quel deterioramento. Anche se Jupiter si aspette che la battaglia tra Stati Uniti e Cina per l'egemonia globale costituisca una preoccupazione generazionale, lo scenario di base prevede che il ridimensionamento della guerra commerciale USA-Cina a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi continuerà, permettendo alla crescita globale di stabilizzarsi su livelli vicini al trend.

Jupiter rimane poistivo verso l'Asia, dove possiamo ancora trovare del valore e un rialzo ciclico delle aspettative sugli utili nei prossimi 1-2 anni. "Manteniamo un'esposizione sul credito high yield dei mercati sviluppati, dove crediamo ancora che gli spread creditizi disponibili per un portafoglio orientato al reddito siano attraenti e che i livelli del debito, pur elevati, siano gestibili grazie alla generazione di flussi di cassa e all'elevata copertura degli interessi. La strategia continua a non detenere obbligazioni investment grade poiché in questa asset class non scorgiamo sufficiente valore. Siamo rimasti costruttivi sul debito emergente, preferendo una combinazione selettiva di titoli societari e debito sovrano in valuta locale in paesi con un carry interessante e fondamentali in miglioramento" prosegue l'esperto.  

 

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