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BCE, l’ascesa del populismo cambierà la politica monetaria

5/29/2019

Ahmed di Lombard Odier IM spiega che è il momento di "incorporare la macroeconomia comportamentale nelle proprie funzioni di reazione"


“La politica monetaria è pronta per un cambio di paradigma. Le Banche Centrali dei mercati sviluppati stanno sottovalutando l'impatto che potrebbe avere il populismo qualora la politica monetaria non tenga conto, anche velocemente, delle disuguaglianze di reddito”. Comincia così l’analisi di Salman Ahmed, chief investment strategist di Lombard Odier Investment Management, sulle prossime mosse di Fed e Bce in relazione all’ascesa del populismo certificata anche dai risultati delle recenti elezioni europee.

“Nell’attuale era del populismo – argomenta l’analista - la politica delle Banche Centrali delle democrazie liberali deve tenere in considerazione la rabbia che nasce dalle disuguaglianze, poiché probabilmente avrà una forte influenza sulle realtà politiche future. Nei mercati finanziari, le argomentazioni a favore della finanza comportamentale sono ben comprese e le Banche Centrali possono imparare da questo approccio, al fine di incorporare la Behavioral Macroeconomics, ovvero la macroeconomia comportamentale, nelle proprie funzioni di reazione. Questo è particolarmente importante in Europa, dove vi è una totale avversione all’apportare modifiche significative alla politica fiscale, anche se questa svolge un ruolo critico nel ‘correggere’ gli effetti iniqui della distribuzione del reddito derivanti dalla politica monetaria. È necessario rivedere urgentemente e radicalmente la funzione di reazione della Banca Centrale Europea (BCE)”.

La BCE “ha bisogno di un impegno più mirato, credibile e visibile per raggiungere il target di inflazione del 2%. Inoltre, ha urgente bisogno di una serie più ampia di strumenti politici, come l’accesso al credito su larga scala per le PMI e ai gruppi a medio/basso reddito, nonostante esista il rischio potenziale rischio di una cattiva allocation del capitale. Questo è vero soprattutto se continua ad aumentare la probabilità di un'altra recessione economica. In effetti, è necessario prendere seriamente in considerazione delle versioni più blande della politica fiscale finanziata con denaro, come quella vista durante i periodi di guerra. E' importante ricordare che, se una grave recessione dovesse colpire l’Eurozona, le implicazioni politiche che ne deriverebbero sarebbero maggiormente aggravate dall'attuale aumento del populismo”. 

Per l’analista “la natura di un governo democraticamente eletto implica che, se istituzioni tecnocratiche, come la BCE, continuano a interpretare i loro mandati in modo restrittivo, potrebbero inavvertitamente portare a un incremento della pressione populista. Infatti, se ciò dovesse verificarsi questo potrebbe avere potenti effetti a catena sulla forma e sulla portata del mandato della banca centrale per il futuro, se non sul futuro della stessa Unione Europea, proprio come stiamo vedendo in Italia”. 

“Nel complesso, evitare la recessione è un imperativo economico e politico, poiché i paradigmi attuali rischiano seriamente di essere abbandonati in via definitiva. È giunto il momento di ripensare la funzione di reazione delle Banche Centrali per riflettere la Behavioral Macroeconomics”, conclude Ahmed.

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