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6/7/2019
Buone notizie per il debito subordinato arrivano dal tono più accomodante delle banche centrali e dai tassi sotto controllo.
Gli investitori sono alla ricerca di rendimenti di qualità secondo quello che analizza Jeremy Smouha, gestore delle strategie credit opportunities di GAM, data la fase matura del ciclo economico USA e il rallentamento dell'economia cinese.
"In termini di qualità del credito, i fondamentali dell’universo del debito subordinato sono più solidi che mai dal nostro punto di vista. Nel corso degli ultimi cinque anni c’è stata un’enorme attività di deleveraging nei finanziari europei. Questo avviene in un momento in cui molti sono preoccupati dall’aumento della leva nei mercati obbligazionari corporate e high yield negli USA e l’acuta crescita del debito BBB- in altri Paesi. Alcuni grandi investitori stanno prendendo in considerazione l’ipotesi di spostare alcune allocazioni dall’high yield al debito subordinato e ibrido" spiega l'esperto di GAM.
Facciamo qualche esempio di istituti finanziari europei dai fondamentali solidi come HSBC, Lloyds Banking Group, RBS, Barclays e Rabobank, e ciascuna ha rinforzato i propri Common Equity Tier 1 (CET1) buffer.
"Non abbiamo alcun dubbio sulla capacità di queste società di pagare tanto le cedole quanto il capitale del proprio debito subordinato, a prescindere dalle condizioni di mercato. Prevediamo che le banche del Regno Unito, in particolare, continueranno a incrementare i propri equity buffer e a ridurre il rischio, anche a fronte della continua incertezza legata a Brexit. RBS ha aumentato il proprio CET1 dall’8,6% del 2013 al 16,7% del 2018. Il prolungamento del processo di consolidamento dei bilanci da parte delle banche è una delle ragioni per cui siamo così ottimisti rispetto al settore".
Smouha conclude che per il resto dell'anno le previsioni sono "di un continuo miglioramento nella qualità del credito, fondamentali societari solidi e rendimenti da cedole stabili e prevedibili, con valutazioni interessanti sia in termini relativi che assoluti. L’anno scorso il rischio legato alle estensioni è stato al centro dell’attenzione, ma crediamo che si tratti di un elemento eccessivamente oggetto di preoccupazioni, che è già prezzato dai mercati e che rappresenta in realtà un’opportunità. Inoltre i cambiamenti normativi in atto, come il pacchetto CRR2 della Commissione Europea e Basilea IV, dovrebbero dare luogo a nuove opportunità".
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