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Petrolio a rischio, in attesa dell'OPEC

6/13/2019

Secondo l'analisi di NN IP a seguito del protrarsi delle tensioni geopolitiche aumentano le preoccupazioni relative a un possibile indebolimento della domanda petrolifera


Proseguono le tensioni geopolitiche a livello globale, gli Stati Uniti non arretrano né nei confronti della Cina e neppure verso l'Iran. A farne le spese, tra gli altri, potrebbe essere anche il settore petrolifero. Hanno iniziato a manifestarsi le preoccupazioni per un indebolimento della domanda, con conseguente correzione dei prezzi del greggio nel mese di maggio. Ciononostante, l'impatto sull'offerta dovrebbe superare l'effetto della domanda, sostenendo i prezzi.

Secondo Koen Straetmans, senior strategist multi asset di NN Investment Partners la decisione del presidente Trump di aumentare la pressione sull'Iran ponendo fine alle deroghe alle sanzioni da maggio in poi per otto paesi che importano petrolio iraniano continua a far sentire le sue conseguenze. "Si stima che le esportazioni di greggio iraniano siano scese ulteriormente al di sotto di 0,5 milioni di barili al giorno da oltre 1 milioni di barili al giorno un mese fa, mentre la produzione ha continuato a diminuire e ora è di circa 2,3 milioni di barili al giorno, un calo di circa 1,5 milioni di barili al giorno dai livelli di maggio dello scorso anno, quando gli Stati Uniti si sono ritirati dall'accordo nucleare e hanno annunciato le nuove sanzioni. L'Iran sembra meno propenso ad attuare la sua minaccia di bloccare lo Stretto di Hormuz, attraverso il quale scorre circa il 40% del commercio mondiale di petrolio greggio e prodotti petroliferi, ma la possibilità rimane potenzialmente dirompente" spiega l'esperto.

 

 

Spostandoci in Libia invece le tensioni militari mettono a rischio la produzione di circa 600.000 barili al giorno. Quella del Venezuela è scesa ulteriormente al di sotto dei 500.000 barili al giorno, mentre la scarsità di risorse finanziarie e la mancanza di investimenti in passato rendono improbabile il ripristino della produzione petrolifera nel prossimo futuro anche in un ambiente politico normalizzato.

 

"Il gruppo OPEC+ dovrebbe mantenere un atteggiamento attendista fino alla riunione prevista per il 25-26 giugno, continuando a rispettare l'accordo sul taglio della produzione. Inoltre, il comitato ministeriale misto di controllo del gruppo ha annunciato nella riunione di Geddah che intende prorogare l'accordo nella seconda metà dell'anno. La riunione dell'OPEC di fine giugno sarà interessante, non solo per quanto riguarda l'estensione dell'accordo sul taglio di produzione fino a fine anno, ma anche per quanto riguarda le dimensioni del taglio" prosegue Straetmans

 

Nel frattempo gli investitori si riposizionano soprattuto in un'ottica di lungo termine. Infine la curva petrolifera resta in fase di backwardation il che, spiega l'esperto di NN IP, iimplica roll yield positivi e aumenta l'attrattiva delle nuove posizioni lunghe nel petrolio.

 

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