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Economia globale, quando a regnare è l'incertezza

6/18/2019

Se così dovesse rimanere, la Fed potrebbe rivelarsi ancor più cauta e decidere di allentare un po’ la propria politica monetaria per ottenere un atterraggio morbido della crescita statunitense


La parola d'ordine per i mercati globali è incertezza questi infatti  "hanno registrato sicuramente un miglioramento rispetto alle performance di fine 2018, ma nella maggior parte dei Paesi l'attività manifatturiera rimane debole, mentre il livello delle scorte elevato. In particolare, le tensioni geopolitiche sono lungi dall’essersi attenuate" commenta così questo primo giro di boa del 2019 Anton Brender, chief economist di CANDRIAM.

 

La Cina ha adottato delle misure per contrastare gli effetti della guerra commerciale, ma, come sottolinea l'esperto di Candriam "i margini di manovra del governo sono più limitati".

Negli Stati Uniti, l’attività per il momento rimane solida. “I primi effetti della normalizzazione monetaria, e anche quelli della guerra commerciale, iniziano tuttavia a manifestarsi”, osserva Brender e prosegue spiegando che: “Dandosi il tempo di osservare l'evoluzione dell'economia, la Fed sembra aver imparato dal passato, quando i cicli di contrazione hanno portato l’economia alla recessione”.

Certo è che se l'aumento dell'incertezza dovesse continuare a rappresentare un freno per l'attività economica, l’Istituto potrebbe diventare ancor più cauta e decidere di allentare un po’ la propria politica monetaria per ottenere un atterraggio morbido della crescita statunitense, portandola al tasso potenziale, pari al 2%, nel 2020.

 

La zona euro, nel frattempo, è ancora in difficoltà. “L'economia tedesca, in particolare, non è stata colpita solamente dall'entrata in vigore della nuova omologazione WLTP per il settore automobilistico, ma anche dalle turbolenze del commercio globale", osserva Florence Pisani, head of rconomic research di CANDRIAM. L’area dell’euro dunque rimane vulnerabile. La minaccia di un aumento dei dazi doganali sulle automobili è reale: una misura di questo tipo comprometterebbe la già debole crescita della Germania. 

 

Dando uno sguardo all'Italia, secondo Pisani il governo italiano, i cui margini di manovra sul bilancio sono limitati, è impegnato in una politica che - se la crescita non si dovesse concretizzare - rischia di mettere a repentaglio la sostenibilità del debito pubblico del Paese. Questa minaccia è resa ancora più imminente dal protrarsi della diversificazione internazionale della ricchezza finanziaria delle famiglie italiane. Se non compensato da afflussi di capitale, ciò potrebbe portare ad un aumento del disavanzo della Banca d'Italia nei confronti all'Eurosistema. "Uno sviluppo in tal senso – proprio nel momento in cui ci sarà un avvicendamento alla presidenza della BCE – sarebbe chiaramente una fonte d’incertezza", conclude Pisani.

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