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Mercati, il rally in corso è un’opportunità per vendere

7/15/2019 | Daniele Riosa

Novelli (Lemanik): “Abbiamo iniziato a liquidare tutte le nostre posizioni sul credito a scadenza superiore al 2020 e ridotto decisamente le posizioni sui corporate bond”


“Il mercato azionario, sostenuto dai tweet di Trump, è terreno di gioco per gli speculatori di breve termine, che attendono una riduzione dei tassi da parte della Fed per realizzare che, quando avverrà, la situazione economica sarà già decisamente compromessa e i rischi di recessione sempre più evidenti. Ritengo che il rally attuale sia dunque un’opportunità per vendere”. È l’analisi di Maurizio Novelli, gestore del Lemanik Global Strategy Fund.

Per l’esperto “non ci sono segnali di ripresa nell’economia internazionale. Il rallentamento è iniziato per motivi connessi al raggiungimento del picco nel ciclo del credito negli Stati Uniti e in Cina. La crescita dell’indebitamento di queste economie ha sostenuto la ripresa dell’economia mondiale finanziando consumi in Usa e investimenti in Cina. Nel corso dell’estate del 2015 la Cina ha subito una crisi valutaria e sono iniziati a emergere problemi di tenuta del debito per molte società cinesi. Le autorità monetarie cinesi hanno iniziato una politica orientata a contenere la crescita dell’indebitamento, ridimensionare il ruolo dello shadow banking e consentire i primi default sul mercato interno".

Questo meccanismo, tuttora in corso, "ha procurato un deciso rallentamento dell’economia. L’amministrazione Usa ha cercato di colpire la Cina nel momento di sua massima debolezza economica, aprendo una disputa commerciale che in realtà nasconde obiettivi di natura geopolitica. Tuttavia anche gli Stati Uniti hanno i loro problemi e l’apparente forza dell’economia nasconde insidie finanziarie e debolezze pericolose”.

 “I cinesi possono essere vulnerabili da un punto di vista economico ma gli Stati Uniti sono vulnerabili da un punto di vista finanziario”, spiega Novelli. “L’eccesso di debito accumulato dal sistema americano ha raggiunto un suo limite dovuto all’eccesso di dipendenza da finanziamenti dall’estero e attualmente è un importante limite alla prosecuzione del ciclo espansivo”.

“L’indebitamento sul credito al consumo – continua l'economista -  ha iniziato a rallentare nei primi sei mesi del 2019, il credito speculativo in circolazione è ai massimi di sempre, le politiche fiscali sono già state attuate e difficilmente rinnovabili in un contesto dove l’amministrazione repubblicana non ha più la maggioranza nelle due Camere. L’attuale rallentamento economico non ha dunque protezioni e tutti i dati più recenti confermano una inesorabile tendenza negativa. La tregua commerciale serve, per ora, a evitare una caduta dei mercati finanziari ma non modifica il quadro di fondo in cui si trova attualmente l’economia mondiale”. 

La forza del dollaro “ha iniziato a evidenziare segnali evidenti di stanchezza. E’ possibile un importante cedimento del dollaro nel corso dei prossimi mesi e un rischio di deflusso di capitali dagli asset americani, in concomitanza con un costante rallentamento economico, prospettive di riduzione dei tassi e pronunciato cedimento del trend degli utili delle società quotate”. 

“Alla luce di tali considerazioni abbiamo iniziato a liquidare tutte le nostre posizioni sul credito a scadenza superiore al 2020 e ridotto decisamente le posizioni sui corporate bonds”, conclude Novelli. 

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