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Asset allocation, fari puntati su dazi e politica monetaria

7/16/2019 | Daniele Riosa

Il contesto globale continuerà a sostenere la performance del debito emergente. Leggi l’outlook di metà anno del team di investimento di NN investment partners


Aspettative di allentamento monetario e timori per la guerra commerciale. Questo è in sintesi l’outlook di metà anno fatto dal team di investimento di NN investment partners che proponiamo di seguito.

Prospettive Economia

• Il nostro scenario di riferimento prevede un’escalation prolungata delle tensioni commerciali. In questo scenario, Stati Uniti e Cina dialogano e si osteggiano allo stesso tempo, mentre la minaccia dei dazi continua ad incombere su altri Paesi. Di conseguenza, la fiducia delle imprese e gli investimenti delle aziende restano modesti, ma il margine di profitto accumulato negli ultimi anni, in combinazione con l’allentamento delle politiche in varie aree geografiche, dovrebbe mantenere l’occupazione e la crescita dei consumi a livelli abbastanza resilienti.
• Attualmente i mercati si aspettano che la Fed, altre banche centrali e i responsabili delle politiche fiscali possano ampiamente riuscire ad attenuare le ricadute derivanti dai rischi commerciali. Di conseguenza, Il momentum della crescita statunitense e quello della crescita globale registreranno un rallentamento rispetto al ritmo dello scorso anno, ma continueranno ad attestarsi in positivo. Questa combinazione di prospettive di crescita e di politiche monetarie non lascia presagire un brusco aumento dei premi per il rischio azionario e di credito.

Mercati finanziari

• In prospettiva futura la nostra asset allocation sarà guidata dagli eventi sul fronte commerciale e dalla portata con cui i responsabili delle politiche saranno in grado di compensare l’impatto negativo di un’escalation prolungata di tensioni legate alle questioni commerciali. Inoltre, ricercheremo segnali di stabilizzazione nei dati macroeconomici. Infine monitoreremo attentamente gli sviluppi politici in Europa, come la Brexit e gli imminenti cambiamenti di leadershi

Obbligazioni

• Le prospettive per le obbligazioni governative sono fortemente incerte e dipendenti dal conflitto commerciale. Riteniamo possibili tre risultati, che spaziano dall’escalation su ampia scala a una soluzione a breve termine, il che rende difficile elaborare una forte convinzione. Al momento deteniamo una posizione sulla duration mediamente sovrappesata all’interno dei portafogli, e siamo posizionati a livello neutrale nelle obbligazioni periferiche dell’Eurozona.
• Siamo lievemente sovraesposti agli spread obbligazionari, in quanto la prospettiva di allentamento della politica monetaria sostiene la tematica legata alla ricerca di rendimento, diventata tangibile recentemente. Nell’ambito degli spread privilegiamo i titoli investment grade in euro e quelli dei paesi periferici dell’Eurozona.
• Riteniamo che il contesto globale continui a sostenere la performance del debito emergente. La maggior parte dei paesi emergenti è in uno stato di salute economica abbastanza buona, ed in crescita in un contesto di inflazione favorevole e di valute sottovalutate. Nel frattempo, i prezzi delle materie prime si sono stabilizzati a livelli più elevati negli ultimi tre anni, e le banche centrali dei mercati emergenti dispongono di un certo margine per allentare la politica monetaria. Tuttavia, la volatilità dei prezzi del petrolio e gli eventi economici in Cina potrebbero continuare a rappresentare dei rischi.

Azioni

• La flessione sui mercati azionari si è ridotta dopo che la Fed e la BCE hanno lasciato presagire prossimi tagli dei tassi d’interesse, che attenueranno le ricadute negative dei rischi commerciali e che potrebbero mitigare il rischio di deflazione secolare. Nell’ambito dei mercati azionari, la tematica legata ai tassi d’interesse potrebbe aumentare la dispersione tra il settore finanziario, che risente di fattori negativi quali il calo dei rendimenti e il maggiore appiattimento della curva dei rendimenti, e i settori più difensivi, come quello real estate, delle telecomunicazioni e delle utility, che traggono vantaggio da rendimenti obbligazionari più bassi.
• Con i tagli dei tassi ampiamente scontati, le prospettive di crescita degli utili risulteranno un driver fondamentale. Il settore corporate gode di buona salute, e il profilo degli utili negli ultimi 18 mesi sostiene il contesto. La previsione di crescita del fatturato entro la fine del 2020 si è stabilizzata a circa il 4,3%, e le aspettative di crescita degli utili sono aumentate dall’8,3% all’inizio del 2010 al 10% attuale.
• Siamo posizionati a livello neutrale nelle azioni europee, che al momento sono a buon mercato e che vengono scambiate con un forte sconto rispetto al resto del mondo. Soltanto durante i periodi di recessione questa area geografica veniva negoziata con uno sconto maggiore. Questo perché l’Europa è orientata al valore; a causa del pesante fardello rappresentato dal settore finanziario, normalmente realizza performance positive in periodi di rendimenti in crescita. L’Europa è inoltre fortemente orientata alla crescita globale e al commercio internazionale, e al momento si trova ad affrontare importanti sfide politiche; siamo quindi riluttanti a sovrappesare quest’area geografica.
• Siamo sottoponderati in Giappone. L’apprezzamento dello yen giapponese a seguito dell’aumento dell’avversione al rischio rappresenta un ostacolo. Nel frattempo, l’accelerazione degli utili non è elevata, il paese è bloccato in un contesto di crescita nominale bassa, è influenzato dagli eventi commerciali e non è stata ancora presa alcuna decisione sull’aumento dell’IVA alla fine dell’anno. Tuttavia, non tutto è negativo in Giappone. Riscontriamo miglioramenti strutturali in termini di redditività e maggiore attenzione alla creazione di valore per gli azionisti. Entrambi rappresentano driver di mercato a lungo termine.
• Siamo sovraesposti agli Stati Uniti che paiono il mercato rifugio, date le forti incertezze, in particolare in un contesto di Fed accomodante e di indebolimento del dollaro USA.
• Per quanto riguarda la nostra allocazione settoriale, abbiamo recentemente aumentato il posizionamento nel settore energetico da un livello neutrale a un livello leggermente sovrappesato. Ciò dovrebbe fornire una parziale copertura contro i rischi geopolitici attraverso l’aumento del prezzo del petrolio. Questo settore offre anche un rendimento da dividendo interessante e sicuro. Continuiamo inoltre a privilegiare i settori dei consumi.
• Siamo sottoesposti ai titoli finanziari, alle utility e ai materiali. Negli ultimi tempi abbiamo ridotto il posizionamento nei titoli finanziari, poiché il perdurare del contesto di tassi più bassi per un periodo più prolungato rappresenta un ostacolo per il settore.

Real Estate

• Il nostro posizionamento è neutrale nel settore real estate globale. Negli ultimi tempi, i segnali relativi ai fondamentali sono diventati positivi, sostenuti dalla promettente costituzione di nuove famiglie negli USA e dai mercati del lavoro, oltre al sostegno apportato dalle operazioni di fusione e acquisizione. Tuttavia le dinamiche di mercato si sono deteriorate a causa del calo della fiducia dei consumatori negli Stati Uniti, del momentum a breve termine e degli afflussi degli investitori verso questa asset class. Il posizionamento degli investitori istituzionali nel settore real estate globale è sovraponderato e addirittura fortemente sovrappesato sul mercato europeo, ma gli afflussi e il momentum sono in calo. 

Materie prime

• Negli ultimi tempi abbiamo aumentato il posizionamento nelle materie prime a livello neutrale. A giugno i segnali macroeconomici si sono ulteriormente indeboliti, così come le dinamiche di mercato e, in misura minore, i segnali relativi al sentiment. L’incertezza per il protezionismo è stata controbilanciata da un maggiore atteggiamento accomodante delle banche centrali e dagli stimoli della Cina, che al momento stanno salvaguardando la domanda di materie prime.
• Sussistono rischi sul fronte dell’offerta in ambito agricolo, con ritardi nella semina negli USA e tensioni geopolitiche sui mercati petroliferi. I metalli industriali sono maggiormente esposti alle ricadute delle problematiche commerciali sulla domanda, ma i dati sulle abitazioni in Cina sono ancora positivi. Il settore dei metalli preziosi è attualmente quello che privilegiamo, sostenuto da rendimenti in calo, banche centrali e domanda di beni rifugio, oltre a potenziale di ripresa industriale.

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