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Risparmio, il gestito inizia a fare breccia tra gli italiani

7/16/2019 | Marcella Persola

Questo è quanto emerge dalla nuova edizione dell’Indagine sul Risparmio e le scelte finanziarie degli italiani elaborata dal Centro Einaudi, che evidenzia come i fondi comuni siano scelti per...


Restiamo un popolo di risparmiatori legati al patrimonio immobiliare e alle obbligazioni ma con un attenzione maggiore al tema della salute e della pensione. E’ questa la fotografia che emerge dall’Indagine sul Risparmio e le scelte finanziarie degli italiani elaborata dal Centro Einaudi.

 

La nuova edizione del 2019 mostra che il primario obiettivo degli investimenti resta la sicurezza (62,2%); la liquidità è stabile al secondo posto; segue il rendimento di lungo termine. Si conferma anche nel 2019 quindi l’avversione al rischio degli intervistati, anche a costo di sacrificare il rendimento.

 

I risparmiatori (52%) superano di nuovo i non risparmiatori (48%). La percentuale dei risparmiatori nel campione torna finalmente a superare quella dei non risparmiatori, dopo aver toccato il minimo storico del 39 per cento nel 2013.

 

E dove investono i risparmiatori? Case e bond tra le preferenze, ma anche il gestito guadagna spazio. Gli intervistati dichiarano il possesso di una ricchezza finanziaria media pari 101mila euro (3,9 volte il reddito medio); la ricchezza immobiliare è invece pari a 169 mila euro. Ne deriva una ricchezza complessiva per intervistato di 270 mila euro (al netto delle quote di aziende), che sale rispettivamente a 355 mila e 384 mila euro nel caso dei laureati e dei professionisti e imprenditori. Nei dodici mesi precedenti l’Indagine il 6,7% del campione ha investito in case (8,7% nel 2018 e 5,7% nel 2017) ma solo il 3% circa l’ha fatto per acquistare o cambiare la propria prima casa; gli altri acquisti sono stati realizzati per ragioni collegate all’impiego ereditario o per avere un reddito aggiuntivo nella vecchiaia.

 

Il risparmio gestito cresce e raggiunge il 15,3% degli intervistati. Le prime due motivazioni di acquisto dei fondi comuni sono state nel 2019 la professionalità dei gestori (34,8%) e la diversificazione del rischio (25,5%). Complessivamente, il grado di soddisfazione verso il risparmio gestito è elevato: il 12,5% degli intervistati si dichiara molto soddisfatto, oltre il 70% abbastanza soddisfatto.

 

Solo il 13,7% del campione dichiara di essersi dotato di un fondo pensione. Migliora però la comprensione della varietà dei bisogni legati all’invecchiamento. Nel 2019, infatti, non solo aumenta l’acquisto dei prodotti di bancassurance, sia ramo vita che ramo danni, ma affiorano percentuali non basse di sottoscrittori di polizze e di forme assicurative e di welfare aziendale rivolte a soddisfare i bisogni nel campo della salute (14,4%) e della invalidità nella vecchiaia (long-term care: 15,8%).

 

Per Gregorio De Felice, chief economist Intesa Sanpaolo: “Segnali incoraggianti emergono sul fronte del risparmio: proseguendo il trend di recupero in atto dal 2013, la quota di chi dichiara di essere riuscito a risparmiare raggiunge nel 2019 il 52%, picco degli ultimi sedici anni. A conferma di una migliorata percezione del quadro congiunturale, tra le motivazioni che inducono le famiglie a risparmiare frena quella più genericamente precauzionale (citata dal 43% del campione), mentre aumenta in modo significativo quella legata agli immobili: quasi un quarto degli intervistati, contro il 14% del 2018, dichiara di aver accantonato parte del reddito per investirlo in un’abitazione”.

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