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Settore finanziario, niente paura dei tassi bassi

8/2/2019

C'è ottimismo per il settore bancario statunitense, al di là delle mosse della Fed. Ecco perché secondo Jupiter AM


C'è la tendenza da parte degli investitori a prendere le distanze dall'universo finanziario quando il ciclo dei tassi di interessa raggiunge il suo picco. Ma pensare che il settore subirà degli scossoni per questo è secondo Guy de Blonay, gestore del fondo Financial Innovation di Jupiter AM fin troppo semplicistico. 

"Le banche centrali sono diventate sempre più "colombe" quest'anno, in un contesto di rallentamento della crescita economica globale. La Fed ha deciso di tagliare i tassi e i rendimenti negativi stanno diventando una caratteristica preoccupante del mercato europeo dei titoli di Stato. Se da un lato la situazione dei tassi non promette bene per la redditività delle banche, il settore finanziario globale è una realtà molto diversificata che continua a offrire opportunità interessanti, non solo nonostante i tassi di interesse, ma proprio grazie ad essi" spiega l'esperto.

 

Tra il sistema bancario europeo e quello statunitense c'è grande differenza. "Annunciati il 27 giugno scorso, i risultati degli stress test della Fed hanno ampiamente superato le aspettative, aprendo la strada a riacquisti di azioni e dividendi per un valore di 136 miliardi di dollari, circa il 10% della capitalizzazione di mercato combinata di tali banche. Questi test hanno incluso 12 banche nazionali e sei filiali di banche estere. JPMorgan e Citigroup – due posizioni da lungo tempo parte della nostra strategia – si sono impegnate ad aumentare i dividendi e a riacquistare azioni proprie dopo l'annuncio della Fed. JPM sta cercando di aumentare il suo dividend yield del 12% e di riacquistare 29 miliardi di dollari di azioni proprie entro giugno del prossimo anno. I dividendi di Citigroup, nel frattempo, aumenteranno di circa l'11% e la società prevede di riacquistare 21,5 miliardi di dollari in azioni proprie, pari a circa il 10% della sua capitalizzazione di mercato (al 30 giugno 2019)" commenta de Blonay.

 

Nonostante la diminuzione dei tassi potrebbe frenare la redditività il giudizio sul comparto rimane positivo. "Il fatto che queste organizzazioni possano restituire così tanto capitale agli investitori riflette la forza di fondo delle loro posizioni patrimoniali. I coefficienti patrimoniali Common Equity Tier 1 sono più che raddoppiati negli ultimi 10 anni a partire dalla crisi del credito e ora superano ampiamente le stime della Fed per quanto riguarda i coefficienti minimi necessari a fronteggiare uno "scenario fortemente avverso".  Di conseguenza, queste banche si trovano in una buona posizione per continuare a premiare gli azionisti anche in un contesto economico più difficile" prosegue l'esperto di Jupiter AM.

 

In conclusione secondo l'analista, "i beneficiari di questo contesto di tassi bassi saranno probabilmente gli operatori nel campo dell'innovazione: le istituzioni finanziarie che vogliono investire ed innovarsi e quegli attori che sono all'avanguardia nel cambiamento e lo rendono possibile, operando in settori diversi come i pagamenti elettronici e la sicurezza informatica. I tassi d'interesse bassi hanno quindi il potenziale per accelerare il trend di crescita strutturale a lungo termine registrato nel settore dei servizi finanziari a livello globale negli ultimi anni".

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