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Emergenti, non solo rischi politici ma anche opportunità

8/20/2019

Nell'analisi di Candriam vengono delineate le principali linee per il futuro di questi mercati, tra tensioni commerciali ed elezioni politiche


I mercati emergenti continuano a essere minacciati su più fronti. Se da una parte non si arrestano le tesnioni tra Stati Uniti e Cina dall'altra si intensificano quelle tra Giappone e Corea del Sud, India e Kashmir. 

Non aiuta di certo il recente risultato delle primarie in Argentina che potrebbero mettere a rischio il bail-out del FMI.

Secondo l'analisi di Nadège Dufossé, CFA, head of asset allocation di Candriam "Essendosi verificate in un contesto di generale indebolimento del commercio mondiale e dell'attività manifatturiera, queste tensioni stanno rendendo più gravi i rischi di ribasso, in particolare per quanto riguarda Asia. I tweet di Donald Trump restano imprevedibili, ma di sicuro l'incertezza e l'imprevedibilità pesano sulle prospettive di investimento e di crescita economica. Al tempo stesso, le politiche accomodanti delle banche centrali mitigano il rischio ciclico".

 

L'esperto spiega inoltre che: "Nel nostro scenario di base, il governo cinese procederà a ulteriori politiche di allentamento e probabilmente consentirà un deprezzamento manovrato della valuta per raggiungere una crescita del 6% circa nel 2019-2020. Trump sarà maggiormente incentivato a concludere un accordo con l'avvicinarsi delle elezioni del prossimo anno. Pertanto, continuiamo quindi a ritenere che, finché Donald Trump non sopravvaluterà la resilienza dell'economia statunitense, dovremmo beneficiare di una “Trump put" e una “Fed put". Questo dovrebbe anche aiutare l'Asia e i mercati emergenti di tutto il mondo a stabilizzarsi".

 

Guardando all'asset allocation di Candriam, sono state mantenute posizioni neutrali sulle azioni emergenti e l'esposizione verrà aumentata quando si  troverà un premio al rischio migliore. 

In conclusione quindi, spiega Dufossé: "L'attuale PE 2020e è inferiore a 11 per i mercati emergenti MSCI, quindi, anche se le aspettative sugli utili sono riviste al ribasso per i prossimi 12 mesi, il premio per il rischio azionario sta già integrando molti rischi. Il mercato azionario è piatto dall’inizio dell’anno e sta sottoperformando rispetto al mercato statunitense del 15%. Abbiamo inoltre mantenuto la nostra esposizione al debito emergente (principalmente in valuta forte), che ha uno dei carry più interessanti nel nostro universo obbligazionario".

 

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