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Mercati calmi in una situazione caotica. I possibili sviluppi

9/3/2019 | Daniele Riosa

Beani (Amundi SGR): “Rallentamento economico, guerre commerciali, ‘hard Brexit’, proteste ad Hong Kong e crisi italiana, sono solo le principali fonti di tensione”


Giordano Beani, head of multi-asset fund solutions Italy di Amundi SGR spiega che “il comportamento dei mercati finanziari internazionali la settimana scorsa ci evoca la sensazione di una calma apparente in una situazione internazionale a dir poco caotica. Rallentamento delle economie, guerre commerciali, le probabilità in crescita di una ‘hard Brexit’, le proteste ad Hong Kong, la crisi di governo italiana, sono solo le principali fonti di tensione che alternativamente minano la serafica compostezza dei mercati finanziari, sostenuti in larga misura dalla psicoterapia messa in atto dalle principali Banche Centrali, attraverso politiche monetarie tornate ad essere espansive”.

“Sui mercati azionari – evidenzia l’analista - si alternano le paure legate al possibile rallentamento della crescita degli utili, corollario ineluttabile del rallentamento economico in atto e le improvvise riprese di entusiasmo al minimo accenno di una possibile riapertura del dialogo sino-americano, in un contesto di valutazioni relative in miglioramento grazie al vero e proprio crollo dei rendimenti obbligazionari su scala globale. Ed è proprio una di queste fasi di recupero di entusiasmo che ha consentito ai mercati azionari internazionali di chiudere la settimana in deciso territorio positivo, dopo la doccia fredda del venerdì precedente causata dal “botta e risposta” sull’ulteriore incremento incrociato dei dazi doganali tra Cina e Stati Uniti. Proprio questi ultimi hanno visto il proprio mercato azionario riprendersi dalla correzione della settimana precedente, con l’indice S&P 500 che è rimbalzato del 2,79%, risalendo sopra quota 2.900”.

Quanto all’Europa, due le aree in maggiore ‘ebollizione’ sono l’Italia ed il Regno Unito. Nel nostro Paese la reazione del mercato alla imminente nascita del nuovo governo “è stata assai positiva, data la percezione che la nuova maggioranza dovrebbe allentare i toni euroscettici ed avere un atteggiamento più cooperativo con le Istituzioni Europee in vista del grande scoglio autunnale rappresentato dalla legge di bilancio per il 2020. Risultato finale: un Indice FTSE Mib in grande spolvero con un +4,15% ed il differenziale del nostro BTP decennale rispetto all’omologo tedesco che scende di ben 30 punti base per chiudere a 170, dopo aver toccato i minimi di 160 punti base subito dopo il conferimento dell’incarico. L’evoluzione della crisi italiana ed il rasserenamento post G7 hanno altresì consentito all’indice dell’Area Euro Eurostoxx 50 di archiviare la settimana con un rialzo del 2,77%”.

Quanto al Regno Unito, “a sorpresa il Primo Ministro Boris Johnson ha chiesto ed ottenuto dalla Regina la sospensione dell’attività del Parlamento britannico fino al 14 ottobre, adducendo motivi legati alla necessità di predisporre il nuovo programma di governo, ma sollevando il ragionevole dubbio che l’azione sia in realtà mirata ad impedire al Parlamento di porre in essere atti che possano ostacolare un’eventuale uscita senza accordo dalla UE a fine ottobre. Il tutto senza peraltro scalfire la calma apparente del mercato azionario, con il FTSE 100 che comunque registra una chiusura positiva a +1,6% ed una sterlina sostanzialmente stabile”.

Infine, “l’Asia mostra un rialzo più contenuto dato che assorbe il venerdì nero in ritardo, essendo chiusa al momento delle dichiarazioni cinesi sui nuovi dazi e delle risposte di Trump. Il Giappone chiude pressoché invariato la settimana (Indice Nikkei 225 -0,03%) ed i mercati emergenti registrano un rialzo dell’1,1%. Sui mercati obbligazionari governativi, stabili sui minimi di periodo i rendimenti decennali sulle curve tedesca (-0,7%) e statunitense (1,5%) in attesa delle prossime mosse settembrine delle rispettive Banche Centrali. Sulle divise da segnalare la rottura al ribasso del livello 1,10 per il cambio Euro/dollaro, mentre sulle commodity continua il recupero del petrolio e si stabilizza l’oro”.

“Sarà interessante osservare – conclude Beani - se questa calma nel caos riuscirà ad essere mantenuta, ponendo così le basi per un recupero più solido dei mercati, o se dovremo rassegnarci a stare fermi sulla panchina del parco finché alcuni nodi tra quelli citati non siano risolti in via definitive”.

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