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Obbligazionario favorito dalla guerra commerciale

9/5/2019 | Daniele Riosa

Per Finlayson di Kames Capital “la partita sarà ancora lunga e la retorica più aspra, ma in attesa del vincitore a detenere la corona saranno proprio i bond governativi”


Colin Finlayson, investment manager del team fixed income di Kames Capital, sottolinea come “agosto sia stato un mese memorabile per gli investitori del reddito fisso per svariate ragioni. La brusca discesa dei rendimenti obbligazionari è stata innescata dall’escalation delle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. La disputa tra le prime due economie mondiali e i rischi che questa comporta si conoscono ormai da tempo. Sono stati in cima alla lista delle preoccupazioni di economisti e investitori dalla fine del 2018 e il parere è unanime nel ritenere l’imposizione di dazi negativa per la crescita globale, sebbene l’impatto effettivo rimanga incerto. Un cosiddetto, known-unknown”.

“Per la maggior parte di quest’anno – ricorda l’esperto - gli Usa, soprattutto tramite l’account Twitter del presidente Trump, sembrano aver assunto la posizione d’attacco, definendo l’agenda e i termini che un possibile accordo dovrebbe seguire. Questo schema è cambiato in agosto, quando la Cina ha recuperato la palla dando il via a una sorta di tennis. Ha alzato l’asticella con successo andando ad imporre dazi sulle importazioni dagli Stati Uniti, ma poi hanno subito un ace. Lasciando che il renminbi si svalutasse nei confronti del dollaro (almeno temporaneamente), Pechino ha turbato i mercati, evocando ricordi dell’estate 2015. Con questa politica di gioco duro seguita da un certo arretramento la Cina ha alzato i toni e agli occhi del mercato per lo meno sono salite le possibilità che si realizzino i temuti rischi di ribasso”.

Quindi “sembra sempre di più che l’unico vincitore di questo ping-pong siano le obbligazioni governative. L’intensificazione del battibecco ha beneficiato i bond governativi portandone la domanda alle stelle: agosto ha visto i Treasury Usa (3,6%) toccare il rendimento totale più elevato dal novembre del 2008, con i Gilt britannici a un livello addirittura superiore (3,8%). Anche in Europa si sono registrati bassi rendimenti su livelli record, con il trentennale tedesco sceso in territorio negativo per la prima volta nella storia. Con la Federal Reserve a puntare il dito sulle tensioni commerciali quali primo rischio di ribasso, la reazione del mercato non è stata particolarmente sorprendente”.

E’ possibile che i titoli di stato governativi ripetano questa performance? “E’ difficile che accada, ma è anche improbabile che avvenga un capovolgimento. In questo testa-a-testa tra Trump e Xi, nessuna delle due parti sembra intenzionata a dare forfeit”.

“L’inasprimento della retorica potrebbe protrarre ulteriormente la partita e fino a che non si arriverà a un vincitore saranno i bond governativi a vestire la corona”, conclude Finlayson.

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