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Le nuove fondamenta dei mercati azionari. L’analisi

9/6/2019 | Daniele Riosa

Naumer (Allianz GI): “Sul fronte azionario sembra prevalere la speranza che le banche centrali riusciranno a scongiurare la recessione”


“I mercati finanziari hanno attraversato settimane difficili, caratterizzate da timori e speranze circa le vicende geopolitiche, dalla continua perdita di momentum dell’economia globale e dalla vana speranza di interventi risolutivi da parte delle grandi Banche Centrali mondiali”. Per questo Hans-Jörg Naumer, director global capital markets and thematic research di Allianz Global Investors, sottolinea come “in un contesto di ampliamento degli spread, di rinvio degli investimenti a causa delle maggiori incertezze e di crescente deterioramento del sentiment, anche fra i consumatori, la liquidità a buon mercato delle autorità monetarie da sola non può bastare”.

“Le iniezioni di liquidità delle banche centrali – argomenta l’economista - portano all’esuberanza, che raramente è positiva. Al momento non siamo ancora in questa fase, ma è piuttosto evidente come i mercati azionari e obbligazionari viaggino su binari diversi. La liquidità sembra distorcere i premi per il rischio. Sul fronte azionario, sembra prevalere la speranza che le banche centrali riusciranno a scongiurare la recessione, mentre i rendimenti delle obbligazioni governative sono scesi in territorio decisamente negativo. A livello globale oltre il 30% dei titoli governativi presenta tassi inferiori allo zero. Nell’area euro la percentuale sale al 60% e per i Bund quasi al 100%”.

Negli Stati Uniti “la curva dei tassi è invertita, riflettendo le attese dei mercati per una recessione della prima economia mondiale nel corso del prossimo anno. Per il momento tuttavia è ancora un’ipotesi, quindi gli sviluppi geopolitici restano il principale driver dei prossimi mesi. La regola generale è che ‘meno sabbia entra negli ingranaggi del commercio mondiale, meglio è’; per la congiuntura, per i mercati e per tutti noi”.

“Attraverso la fase di debolezza, i mercati azionari hanno trovato nuove fondamenta. Per lo meno il rapporto prezzo/utili dell’S&P 500 rispetto all’indice di volatilità è diminuito. E non è un brutto segno. In presenza di un’inflazione ancora positiva, benché contenuta, e del dilagare dei rendimenti negativi, combattere l’erosione del capitale è più difficile, ma secondo noi ne vale ancora la pena”, conclude Jörg Naumer.

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