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Fed, torna il QE ma Powell nega

10/11/2019 | Redazione Advisor

Questa notizia e quella di un nuovo taglio dei tassi non sono bastati a innescare un rally dell'azionario. L'analisi di Aegon AM


"Jerome Powell, governatore della Federal Reserve, ha annunciato ieri l’intenzione di avviare un programma per comprare titoli di stato Usa al fine di aumentare le riserve bancarie, riducendo così la volatilità dei mercati repo e del nuovo tasso SOFR. Si è ostinatamente opposto, tuttavia, al definire questa iniziativa Quantitative Easing. Ha utilizzato parte del suo intervento proprio per imprimere bene il messaggio: “Questo non è un QE”. Però, è ovvio che lo sia!" spiega  Hendrik Tuch, head of fixed income di Aegon AM.

 

Il QE è l’espansione del bilancio di una banca centrale effettuata attraverso l’acquisto di asset. Possono essere MBS, crediti, titoli di stato, bond periferici, prestiti bancari o perfino azioni. Non importa quale sia la tipologia di attivo, l’espansione del bilancio patrimoniale di un istituto centrale è per definizione un QE e questo è un bene per gli asset finanziari. 

L'esperto inoltre spiega che "in questo caso, il programma di acquisto è indirizzato a un asset dai rapporti di amore e disaffezione: viene tenuto in considerazione perché i tassi di interesse Usa sono scesi enormemente negli ultimi 12 mesi, ma viene abbandonato perché i detentori di Treasury di lungo termine non sono in grado di ottenere valutazioni decenti nell’utilizzarli come garanzia di prestito con l’oligopolio bancario statunitense". 

"Il mercato si trova ad assimilare un’alluvione di cattive notizie, specialmente politiche, e ci servirà del tempo perché queste forze negative si plachino, figuriamoci spegnersi. Lo scorso anno i mercati erano preoccupati da una cosiddetta “chiusura dei rubinetti”, oggi invece abbiamo molto più QE di quanto non ci potessimo aspettare.  Quando i veli che gravano sui mercati inizieranno a sollevarsi, l’effetto delle politiche delle banche centrali si faranno sentire. Con tutto ciò che sta accadendo, tra notizie politiche e il deterioramento del comportamento dell’amministrazione Trump nei confronti di tutte le principali questioni sul tavolo – quando mancano ancora 12 mesi alle elezioni, rende difficile accendere l’entusiasmo verso gli asset più rischiosi, almeno nel breve termine. Una cosa sembra certa, a livello globale si è riaccesa la febbre da QE e le banche centrali continueranno a iniettare liquidità nei mercati ancora per molto tempo" conclude l'esperto di Aegon AM.

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