Seppure molto esteso il mercato delle azioni cinese di tipo A è abbastanza ignorato dagli investitori. Abbiamo cercato di capire assieme a Howard Wang, head of greater China Equities di J.P. Morgan Asset Management quali opportunità offre e perché è una fonte di investimento che non dovrebbe essere trascurata anche alla luce delle novità che riguarderanno questo mercato a breve.

L’implementazione entro marzo del 2020 delle azioni A Shares nel listino MSCI, che cambiamenti comporterà?

All’interno del lungo processo di apertura del mercato cinese è in atto una piccola rivoluzione che dovrebbe avere risvolti molto positivi per gli investitori stranieri e che riguarda le azioni cinesi di tipo A, ossia i titoli quotati a Shanghai e Shenzhen ed espressi in Renminbi, su cui gli investitori esteri a lungo hanno avuto accesso in modo limitato. Nel maggio 2018 MSCI, uno dei principali fornitori di indici al mondo, ha infatti incluso ufficialmente le azioni cinesi di classe A nei suoi indici, segnando un importante traguardo per l’internazionalizzazione dei mercati finanziari cinesi. In seguito al completamento dell’inclusione delle azioni di classe A, si prevede che nel 2025 i titoli cinesi rappresenteranno circa il 40% dell’indice MSCI Emerging Markets. La prospettiva di aumento del peso delle azioni di classe A nei principali indici dovrebbe portare a maggiori afflussi negli anni, creando nuove opportunità d’investimento e incrementando la domanda di ricerca condotta localmente sulle società cinesi.

Quali sono a suo avviso i settori più promettenti nell’attuale contesto?

Le nostre strategie di portafoglio tendono a concentrarsi su settori domestici in cui è possibile intravedere opportunità di crescita strutturale, come i consumi, la sanità e la tecnologia. Il fondo punta su società di maggiore qualità e con rendimenti più elevati che possono eventualmente approfittare dei trend di crescita di lungo termine. Di conseguenza, per noi, si tratta di un “business as usual” come investitori.

La guerra commerciale in che modo influenzerà o impatterà sulle azioni A Share?

Gli scontri commerciali, le sanzioni e le tensioni geopolitiche sono più negativi per le valutazioni e il sentiment sulla Cina, piuttosto che per i fondamentali delle imprese, data la sempre minore dipendenza dell’economia cinese dalle esportazioni. Investendo nelle A-Share in un’ottica di lungo periodo, cerchiamo di trarre vantaggio dai ribassi del mercato di breve termine e dalla volatilità per costruire posizioni a lungo termine. Pensiamo infatti che le valutazioni medie delle azioni cinesi siano ancora a un livello ragionevole con un focus di lungo periodo e siamo ottimisti circa la possibilità di trovare opportunità sul mercato.

Secondo alcuni questo mercato, pur essendo troppo grande per essere ignorato, presenta una bassa partecipazione estera. Quali le motivazioni, dal suo punto di vista?

Il mercato delle azioni A Share è ancora un mercato inesplorato. Il 75% dei volumi sono in mano a investitori retail e solo il 3% è detenuta della capitalizzazione di mercato è detenuta da investitori esteri. La prospettiva di aumento del peso delle azioni di classe A nei principali indici dovrebbe portare a maggiori afflussi negli anni, creando nuove opportunità d’investimento e incrementando la domanda di ricerca condotta localmente sulle società cinesi.