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Mercati: il rischio politico è in diminuzione a livello globale

11/6/2019 | Redazione Advisor

Secondo l'analisi di Edmond de Rothschild Asset Management potrebbe verificarsi su questo fronte un'inversione di tendenza che porterebbe gli investitori a riposizionarsi


"La recente diminuzione del rischio politico rappresenta un’inversione di tendenza degna di nota in un contesto di aumento quasi permanente. È molto probabile che la speranza di un prossimo accordo tra Stati Uniti e Cina così come la diminuzione del rischio di “hard Brexit” riflettano innanzitutto la volontà dei diversi partiti di allontanare lo scenario peggiore nei confronti di un deterioramento economico generalizzato, il che in sé meriterebbe di essere accolto con favore da mercati inquieti" è l'analisi di Benjamin Melman, global cio di Edmond de Rothschild Asset Management.

 

C'è però da dire che è impossibile prevedere quando porebbe avvenire una riduzione sostanziale dell’incertezza su questi fronti. "Le tensioni tra Stati Uniti e Cina sono tali che se la fase 1 (la più facile) è manifestamente vicina, il passaggio alla fase 2 e soprattutto alla 3 necessiterebbe un netto cambiamento di clima politico, impossibile da prevedere attualmente. Per ora possiamo solo sottolineare l’incidenza del consenso politico statunitense sulla volontà di applicare sanzioni fino a quando la Cina non avrà adottato pratiche commerciali normali" prosegue l'esperto.

Altro discorso potrebbe essere fatto per il Regno Unito, secondo Melman infatti "supponendo che la “hard Brexit” venga effettivamente evitata, bisognerà ricominciare un periodo di negoziati che durerà molto probabilmente più di quanto prevede il periodo di transizione (scadenza fine 2020), dato che la conclusione di un trattato commerciale necessita di diversi anni e la volontà politica della prossima amministrazione britannica non è ancora nota. In entrambi i casi, l’incertezza politica resterà abbastanza elevata da pesare in modo durevole sugli investimenti delle aziende".

 

Lo scenario di Edmond de Rothschild AM delinea un proseguimento del rallentamento a livello mondiale. "Indipendentemente dall’imponderabilità delle decisioni politiche, ricordiamo che i margini aziendali sono sotto pressione su entrambe le sponde dell’Atlantico a causa delle tensioni salariali, il che conferisce sicuramente visibilità sui consumi ma ipoteca i progetti di investimento e di creazione di posti di lavoro, al punto da radicare il ciclo nella fase discendente. I movimenti di mercato di ottobre riflettono maggiormente, secondo noi, un riposizionamento degli investitori fino ad ora pesantemente esposti ai settori difensivi e alla duration invece di preludere a un cambiamento di scenario. In questo contesto, confermiamo un’allocazione degli attivi piuttosto prudente" spiega l'esperto.

 

In conclusione sui mercati azionari, "abbiamo aumentato la ponderazione delle società europee. Dopo il rischio italiano infatti, osserviamo una riduzione anche del rischio politico britannico. Poiché il rischio politico era stato un fattore che giustificava la sottoesposizione degli investitori internazionali alle azioni europee dalle valutazioni troppo elevate, si potrebbe assistere a una ripresa".

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