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Stock picking di alta qualità. La ricetta vincente di Comgest

11/7/2019 | Daniele Riosa

Gli analisti dell’asset manager indipendente francese, specializzato nella gestione azionaria attiva ‘quality growth’, fanno il punto su recessione, Giappone, Emergenti e Italia


Recessione globale, Giappone in forte crescita e mercati emergenti in ripresa. E’ questo in sintesi il quadro macroeconomico presentato dagli analisti di Comgest, nel corso di un evento all’Hotel Four Seasons di Milano, con investitori e giornalisti. A rappresentare l’asset manager indipendente francese, specializzato nella gestione azionaria attiva ‘quality growth’, c’erano Zak Smerczak, portfolio manager e analyst del team global, Charles Biderman, gestore e analista del fondo Comgest growth emerging market, Chantana Ward, gestore e analista del fondo Comgest growth Japan e Raffaella Gabriella Berglund, responsabile per il mercato Italiano.

Gabriella Berglund parte dai risultati di Comgest: “Abbiamo raggiunto i massimi degli AUM, attualmente di 31.5 miliardi di euro. I maggiori flussi si sono concentrati sui fondi in azioni europee, mondiali e giapponesi, che hanno più che compensato i deflussi sui mercati emergenti. Continuiamo a credere nell’importanza di includere nell’analisi delle società e del nostro stock picking l’analisi dei fattori legati all’ESG. I risultati tra l’altro del nostro stile di gestione focalizzato sulla qualità delle società ha provato che l’inclusione di fattori non finanziari ha un effetto positivo sulle performance nel lungo periodo. Avere un team di analisti dedicato e creare una classificazione interna di questi fattori, ci permette di avere un’idea propria del valore e degli sforzi fatte dalle aziende evitando il problema dell’assenza di una tassonomia comune della regolamentazione della finanza sostenibile. Crediamo anche che un’attività di voto e di engagement sia più positiva per il futuro di una pura esclusione di società che devono ancora migliorarsi su degli aspetti di E ossia ambientali, di S sociali o di G governance".

Nel suo intervento Smerczak spiega che “nonostante le incertezze a livello globale, su tutte guerra dei dazi, Brexit, timori di recessione e incertezza per le elezioni negli Stati Uniti del prossimo anno, Comgest concentra i suoi investimenti sulle aziende di alta qualità indipendentemente dal contesto macroeconomico dei Paesi in cui operano. La maggior parte delle società in portafoglio – sottolinea - hanno una ridotta sensibilità all’incertezza macroeconomica e politica, e tutte continuano a investire nella crescita di lungo periodo, che sia tramite innovazione o espansione geografica o di prodotto”.

“Il nodo chiave per il 2019 – prevede - sarà capire se la recente fase di volatilità sia una momentanea pausa nella corsa più che decennale del bull market o se rappresenta un punto di svolta. Abbiamo iniziato il nuovo anno nel segno della cautela, prestando grande attenzione sia alle valutazioni che alle opportunità di crescita. Abbiamo già ridotto o venduto diversi titoli che erano presenti, in alcuni casi da più di dieci anni, nel nostro fondo globale Comgest growth world dato che la traiettoria di crescita sul lungo periodo appare più incerta, soprattutto nei casi in cui le valutazioni appaiono superiori ai dati storici in termini relativi. Questo si è visto in particolare nei titoli dell’IT e dell’automazione industriale. Ad oggi, le posizioni più importanti dei nostri fondi includono realtà in crescita con modelli di business resilienti. Unilever, leader globale nel settore dei beni di prima necessità, continua a registrare una crescita dei ricavi a media cifra, con il 60% delle sue attività nei mercati emergenti. Medtronic, leader nel campo dei dispositivi medici globali e della chirurgia minimamente invasiva, continua a beneficiare di una solida pipeline di innovazione di prodotto sia nei mercati sviluppati che in quelli emergenti. Infine, Ping An Insurance, il più grande assicuratore privato cinese del ramo vita, continua a beneficiare della crescita strutturale di penetrazione del mercato, introducendo non solo prodotti assicurativi del ramo vita, ma anche servizi sanitari e altri servizi finanziari”.

A Chantana Ward il compito di rilanciare l’immagine un po’offuscata del Giappone. L’esperta spiega che “vi sono due aspetti positivi che fanno ben sperare per il futuro: l’aumento generalizzato dei salari (quelli femminili sono ancora del 30% inferiori rispetto a maschili ma la strada verso la parità è tracciata) e il miglioramento della corporate governance”. Tutto ciò influisce positivamente sulle società. "Se molti investitori si preoccupano per la deglobalizzazione o un rallentamento dell'economia mondiale, il Giappone rimane un mercato con significative opportunità di investimento che non vengono adeguatamente comprese. Il nostro fondo sul Giappone esamina due di queste opportunità: il Giappone come piattaforma per gli investimenti in Asia e il Giappone in evoluzione".

L'Asia è "fortemente rappresentata nel nostro fondo attraverso società la cui crescita è da ricondurre al consumatore dell’area emergente che aspira ad acquistare marchi giapponesi, Uniqlo, Pigeon, Nitori, ecc, o alla crescita dell'industria asiatica in Cina, Vietnam o India, per i quali il Giappone è fornitore di tecnologia - Keyence, Suzuki, Amada, ecc. Allo stesso tempo, quello dell’evoluzione del Giappone è un tema poco compreso al di fuori del Paese e crea importanti casi di investimento. Per esempio, la presenza delle donne sul lavoro è più elevata che negli Stati Uniti, e il Paese sta aprendo le sue porte all'immigrazione. Società interinali, come Persol e Recruit, stanno beneficiando direttamente di questi cambiamenti. Le prassi lavorative mutano seguendo il bisogno di software o fornitori di soluzioni per l’ottimizzazione, come Obic e Hikari Tsushin".

Per ciò che concerne gli emergenti Charles Biderman rileva che “il quadro di inflazione generalmente contenuta e in calo nella maggior parte di questi mercati, una condizione storicamente piuttosto insolita e che comunque potrebbe essere di natura strutturale, stando a uno studio pubblicato all’inizio dell’anno dalla Banca Mondiale. Ciò ha portato all’adozione di politiche monetarie, di cambio e fiscali più resilienti in numerosi Paesi. A fronte del rallentamento dei livelli di attività globale, sembra probabile che i tassi d’interesse dei mercati emergenti continueranno a contrarsi nei prossimi trimestri, una condizione che dovrebbe favorire gli investitori azionari in ragione dei ridotti tassi di sconto a breve termine”.

Per quanto riguarda i titoli di quest’area, il gestore e analista del fondo Comgest growth emerging market, porta l’esempio di “Minth, produttore cinese di componentistica per auto, ha apportato uno dei maggiori contributi alla performance trimestrale del fondo, grazie al progressivo miglioramento delle vendite sul mercato interno e alla solidità del fatturato estero. Il settore automobilistico è stato interessato da notizie positive poiché il consiglio di Stato cinese ha annunciato politiche di stimolo per il comparto, come l'allentamento delle restrizioni all’acquisto e sovvenzioni sugli acquisti di veicoli elettrici e auto usate. Anche CIB, la principale banca commerciale egiziana, è stato tra i titoli che hanno maggiormente sostenuto la performance, grazie ai risultati robusti del secondo trimestre, che evidenziano una crescita degli utili del 13% su base annua. La banca resta ben capitalizzata e perciò dispone di ampi margini per accrescere il proprio portafoglio prestiti. Weigao, il maggiore fabbricante cinese di prodotti medicali monouso, ha apportato un ottimo contributo, grazie a una crescita dei ricavi del 19% nel primo semestre del 2019 e al miglioramento dei margini. Oltre a essere immune dalla guerra commerciale USA/Cina, la società figura tra i maggiori beneficiari del miglioramento degli standard delle cure mediche nel Paese”.

E l’Italia? Gabriella Berglund pensa che “i rendimenti azionari nel lungo periodo siano interessanti e che possano offrire una buona diversificazione per i portafogli italiani ancora troppo esposti a mercati obbligazionari con rendimenti ormai prossimi allo zero o negativi. Il nostro stile di gestione permette di ottenere questo tipo di diversificazione ma con un approccio difensivo grazie alla qualità e crescita delle aziende in cui investiamo, generalmente meno esposte alla volatilità dei cicli economici”. 

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