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Outlook 2020, costruire portafogli a prova di volatilità

11/28/2019 | Daniele Riosa

Monica Defend e Matteo Germano di Amundi: “La combinazione di politiche monetarie e fiscali accomodanti potrebbe estendere ulteriormente l’attuale ciclo”


Se il 2019 sarà un anno da ricordare per gli alti rendimenti, il 2020 sarà all’insegna della volatilità. Questa è in estrema sintesi l’outlook di Amundi per il 2020 presentato nelle sede milanese della società francese da Matteo Germano, head of multi-asset, cio Italy) e Monica Defend, global head of research. Gli esperti assicurano che, in un momento in cui si stanno affermando politiche accomodanti, la fine del ciclo è ancora lontana così come lo spauracchio della recessione, ma il rallentamento economico mondiale sarà inevitabile soprattutto in un momento in cui si stanno affermando politiche accomodanti.

Gli stessi Stati Uniti continueranno a crescere (circa del 3 per cento), anche se, preoccupa la qualità di questa crescita soprattutto per il progressivo deterioramento della qualità del lavoro, sempre più temporaneo è poco qualificato. Dall’altro lato la Cina, seppur in frenata (prevista una crescita del 5,3%), mostra segnali di una incoraggiante crescita domestica grazie agli investimenti nella sanità e nella scuola e per questo motivo rappresenta “un ottimo investimento di lungo periodo”. Sullo sfondo rimane la guerra commerciale che potrebbe attenuarsi grazie a un accordo parziale tra Pechino e Washington. Proprio lo scontro sui dazi potrebbe però favorire i Paesi asiatici, su tutti Vietnam, Corea e Taiwan. Sono proprio gli emergenti, come sottolinea Germano, “ad essere i mercati sui quali puntare il prossimo anno così come la small cup".

Nello specifico, spiegano gli esperti, “la combinazione di politiche monetarie e fiscali accomodanti, un tema che diventerà cruciale a partire dal prossimo anno, potrebbe estendere ulteriormente l’attuale ciclo economico e rafforzare la già resistente domanda interna. Sebbene l’attenzione sull’evoluzione delle guerre commerciali sarà elevata, un'escalation materiale che potrebbe danneggiare l'economia americana è improbabile dato l’avvicinarsi delle elezioni presidenziale del 2020. Nel 2020, il percorso per gli investitori potrebbe essere non lineare”.

Nel breve periodo, “le aspettative del mercato per le azioni di politica monetaria appaiono troppo elevate e dovranno essere aggiustate. Tale processo di adeguamento porterà volatilità nel mercato obbligazionario, con una risalita dei rendimenti governativi core dai livelli minimi che è già iniziata ed un aggiustamento delle valutazioni in alcuni settori azionari difensivi che sono al momento troppo costosi”.

Per quanto concerne il dollaro USA, “il livello più elevato dei rendimenti statunitensi dovrebbe impedire un forte deprezzamento del dollaro nel 2020. Riteniamo, invece, che un modesto deprezzamento del dollaro sia lo scenario più probabile, soprattutto se le tensioni commerciali si attenuassero. Ciò sarebbe sufficiente per ripristinare in parte la fiducia in alcune valute emergenti, sulle quali al momento vi è un pessimismo esagerato”.

“Oltre il breve periodo – proseguono - la tendenza è verso una combinazione più aggressiva di politiche fiscali e monetarie che potrebbe teoricamente arrivare ad includere misure non ortodosse quando il rischio di recessione sarà maggiore. Politiche più accomodanti potranno portare ad un'estensione del ciclo del credito che potrebbe accelerare ulteriormente, fino a portare ad una vera e propria bolla, anche se è improbabile che ciò accada già nel 2020”. 

Ancora una volta, alla luce dei bassi tassi di interesse, “gli investitori saranno costretti a convergere, nella ricerca di rendimento, su segmenti di mercato illiquidi dove il rischio è mascherato da una politica monetaria molto accomodante. Per salvaguardare gli interessi degli investitori in un mondo con elevati livelli di debito, la sostenibilità (di bilanci societari o della politica fiscale nei mercati emergenti) deve essere il motore principale per la selezione ORA, dal momento che i fondamentali hanno già iniziato a peggiorare”.

“Per quanto riguarda la strategia di investimento per il 2020 - consigliano Germano e Defend – invece di temere una recessione globale gli investitori dovrebbero aggiustare l'esposizione di portafoglio al trend di de- globalizzazione in atto. Dovrebbero inoltre prepararsi per un ciclo di credito maturo e prolungato, con maggiori rischi di liquidità a causa di una regolamentazione più severa dopo la crisi finanziaria globale del 2008. Prevediamo tre temi principali per gli investitori nel 2020: 1) Per l’investimento azionario, attenzione ai dividendi ed opportunità da una rotazione verso le aree più trascurate diventeranno il tema principale del 2020. Mentre le aspettative si adegueranno alla probabilità che uno degli scenari alternativi (al rialzo o al ribasso) diventi lo scenario principale, l’assenza nei mercati di una direzione chiara e la debolezza nella crescita degli utili dovrebbero spingere gli investitori a cercare aree di resilienza nell’ambito azionario con focus sulle azioni ad alto dividendo. Quando l’outlook si sarà stabilizzato ed i rendimenti inizieranno a risalire (grazie al rimbalzo previsto nel primo semestre per gli indici PMI -- Purchasing Managers Index – e ad una probabile espansione fiscale più avanti nell’anno), ci potrebbe essere una rotazione verso segmenti di mercato con valutazioni interessanti”.

In questo scenario, “le azioni cicliche (quality value in Europa e value negli Stati Uniti) e le small cap potrebbero offrire opportunità da sfruttare nel corso dell'anno. 2) Il secondo tema riguarderà l’ottimizzazione della ricerca di rendimento nei mercati obbligazionari, con attenzione sempre maggiore sulla selezione e l’adozione di strategie flessibili. La ricerca di rendimento rimarrà un tema fondamentale nell'era dei tassi di interesse ai minimi storici -- sebbene non necessariamente negativi -- e delle Banche Centrali che ripartiranno con i programmi di Quantitative Easing (QE) o con strumenti non convenzionali fino a qui non ancora utilizzati. L’elevata concentrazione di investitori in alcuni segmenti di mercato ed il rischio di liquidità persistono e richiedono una ricerca approfondita delle opportunità nel mondo del credito (sia nei Paesi sviluppati che in quelli emergenti)”.

Il segmento High Yield (HY) “rimarrà interessante, dal momento che ci aspettiamo un outlook favorevole per i default in un contesto di stabilizzazione delle condizioni economiche e Banche Centrali accomodanti. Tuttavia, avere un orizzonte temporale adeguato per l’investimento è importante, ancor di più ora che si stanno registrando forti disallineamenti fra la scarsa liquidità di mercato e la liquidità giornaliera dei fondi di investimento. A livello di gestione del portafoglio, una maggiore attenzione sia a livello di settore che di singolo titolo sarà fondamentale per evitare modelli di business insostenibili, tenuti in vita solamente dalla ricerca di rendimento degli investitori. Inoltre, in un contesto di politiche monetarie e fiscali accomodanti, le obbligazioni dei Paesi emergenti sono interessanti, con una preferenza per quelle denominate in dollari o euro, con l’opportunità di investire anche in valuta locale nel corso dell’anno, quando il dollaro tenderà ad indebolirsi”.

“Per quanto riguarda la componente ‘core’ del mercato obbligazionario – proseguono - un approccio flessibile e diversificato è appropriato. Infatti, la volatilità potrebbe aumentare in seguito all’alternarsi di notizie sul fronte della guerra commerciale USA-Cina nella prima parte dell’anno e delle elezioni presidenziali USA nel secondo semestre. Le obbligazioni USA di alta qualità si distinguono per la loro liquidità e per il premio di rendimento rispetto ai titoli tedeschi, e quindi sono a nostro avviso un’interessante opportunità di diversificazione. 3) Il terzo tema riguarda le nuove opportunità che si affermeranno nei mercati emergenti a causa di un mondo più frammentato e del rallentamento nel commercio globale. Gli investitori dovranno andare oltre il concetto tradizionale di mercati emergenti ‘globali’ e ricercare opportunità in maniera più granulare. Tra i nuovi temi, privilegiamo i Paesi con forte domanda interna e meno esposti alle vulnerabilità esterne. In alternativa, temi come la Nuova Via della Seta, che catturano il potenziale nuovo ruolo della Cina nel panorama geopolitico mondiale, meriteranno maggiore attenzione da parte degli investitori”.

“Nel 2020 gli investitori dovranno iniziare a costruire portafogli a prova di volatilità. Finora la volatilità è stata limitata dalla diffusione di alcune strategie di investimento.Tuttavia, con l’aggiustamento delle aspettative di mercato ai possibili scenari che si delineeranno in corso d’anno, vi potrebbero essere dei picchi di volatilità. Siamo ora in una fase in cui non conta il livello medio di volatilità, ma il fatto che i mercati passeranno da fasi tranquille a periodi di elevata volatilità. Per limitare la volatilità dei portafogli, gli investitori dovrebbero considerare anche investimenti alternativi, che offrono una bassa correlazione rispetto alle tradizionali asset class e costituiscono una valida fonte di diversificazione”, concludono Germano e Defend di Amundi.

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