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Guerra commerciale, ci sono spiragli positivi

12/2/2019 | Redazione Private

Gli esperti di Banca del Piemonte analizzano la situazione dei mercati e degli investimenti focalizzandosi in particolare sui dati macroeconomici, sull’evoluzione della Guerra commerciale e sulle elezioni negli Stati Uniti del 2020


Gli esperti di Banca del Piemonte analizzano la situazione dei mercati e degli investimenti focalizzandosi in particolare sui dati macroeconomici, sull’evoluzione della Guerra commerciale e sulle elezioni negli Stati Uniti del 2020.

Le ultime settimane hanno mostrato alcuni segni iniziali che, in alcune parti dell’economia globale, potremmo stare assistendo ad un punto di stabilizzazione in termini di attività economica seppur su livelli molto bassi, sulla spinta di notizie migliori provenienti sul fronte Brexit e sui negoziati commerciali tra USA e Cina.

Cominciando dalla Germania (uno dei Paesi più impattati dal rallentamento del commercio globale), il PMI manifatturiero ha mostrato progressi per il secondo mese consecutivo anche se, a 43.8 è ancora ampiamente in territorio di contrazione. Nonostante il nuovo rallentamento del PMI Servizi, il Composite ha mostrato il secondo mese consecutivo di guadagni. Sono migliorate anche le indagini di fiducia con il GFK Consumer Confidence che segnala stabilizzazione negli ultimi mesi, insieme alle indagini IFO (clima di attività, aspettative e valutazione della condizione attuale). La Francia dal canto suo continua a fare meglio del resto d’Europa: il settore manifatturiero ha ampiamente superato le attese, però la stabilità dei servizi ha limitato il miglioramento del dato composite.

Confrontando poi il dato aggregato a livello Eurozona (ridotto miglioramento del manifatturiero e significativo deterioramento dei servizi) con i dati di Francia e Germania, il messaggio è che il resto d’Europa in aggregato ha visto l’attività economica contrarsi marginalmente per la prima volta dal 2013. Detto della significativa delusione dei dati in UK (tutti e 3 gli indici in territorio di contrazione), negli USA invece i PMI mostrano un rafforzamento della recente ripresa dell’attività con il Composite che guadagna un punto pieno da 50.9 a 51.9 allontanandosi sempre di più dalla soglia dei 50 punti e riflettendo analoghi miglioramenti nel manifatturiero e servizi. Buone indicazioni anche sullo stato di salute del consumatore americano.

La revisione del PIL USA 3Q mostra un rialzo a 2.1% t/t ann. (da prec. 1.9%) trainato però interamente dalle scorte e con la conferma di un’ottima tenuta dei consumi; si mantengono deboli le pressioni inflazionistiche (deflatore sottoattese) che quindi a loro volta lasciano libertà assoluta di azione alla Fed. Flusso di notizie positivo anche per la ripresa degli investimenti, con gli ordinativi di beni durevoli cresciuti più delle attese. I dati hanno sicuramente impattato sul cambio con il dollaro in visibile recupero su Euro e Sterlina.

Anche se non ci aspettiamo un rapido e netto recupero dei livelli precedenti nei mesi a venire, non si può negare che alcuni dati stiano trovando una base e rimbalzando leggermente spinti da newsflow positivo sul fronte geopolitico. Questo è uno sviluppo positivo per i risky asset, poiché mostrano che il rischio di recessione è più basso negli USA di quanto alcuni investitori avessero stimato in precedenza e nonostante la Germania probabilmente sia prossima alla crescita zero.

Spiragli positivi sul fronte trade

Nello scorso week end diverse notizie hanno contribuito al miglioramento del sentiment sui mercati. Dalla Cina sono giunte delle aperture nei confronti delle richieste americane per facilitare un accordo, con l’emissione di nuove direttive secondo cui saranno previste pene più severe per le violazioni della proprietà intellettuale. Il Global Times (citando fonti vicine al Governo cinese) ha riportato poi che le parti sarebbero "molto vicine" ad un accordo, cosa molto positiva, visto che finora simili esternazioni erano un’esclusiva di Trump. Queste notizie positive sono state depotenziate nelle ultimissime ore dalla firma di Trump sul decreto pro-manifestanti democratici di Hong Kong (approvato a larga maggioranza dal Parlamento pochi giorni prima) che ha mandato su tutte le furie i cinesi e rimesso in discussione la possibile conclusione della “fase 1” dei negoziati.

Elezioni in USA: novità

Nel week end è giunta l'ufficializzazione della candidatura di Michael Bloomberg alla presidenza degli Stati Uniti. L'ex Sindaco di New York corre alle primarie tra i Democratici ed ha come esplicitoobiettivo quello di evitare una riconferma di Trump. La sua entrata in scena non è un evento di scarso rilievo ma riveste una notevole importanza per il sentiment generale dei mercati: riduce infatti le probabilità di affermazione della Warren o di Sanders che sono malvisti da Wall Street con i loro programmi basati su aumenti di spesa e tasse (in particolare sulle classi di cittadini più ricche e sulle imprese) e con le loro campagne contro le grandi multinazionali americane

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