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Dollaro, approccio neutrale per il 2020. Ecco perché

12/12/2019 | Daniele Riosa

Calef (Notz Stucki): “Una moneta USA più debole rappresenta attualmente una visione contrarian ma sarebbe positivo per la crescita globale e per i risky assets”


“Il 2019 è iniziato con l’inversione a U della politica monetaria della Federal Reserve che ha posto un freno all'innalzamento dei tassi di interesse e al Quantitative Tightening, mentre nel secondo semestre Powell ha abbassato i tassi di 75 punti base. Di conseguenza, nonostante i tassi di interesse tedeschi a lungo termine siano scesi, il differenziale tra i rendimenti di Bund e Treasury a 10 anni è aumentato, passando da -280 a -210 punti base. Pur non essendo un indicatore predittivo perfetto, questo cambiamento indicherebbe un dollaro più debole”. Giacomo Calef, country manager di Notz Stucki, società ginevrina di asset management fondata nel 1964 e tradizionalmente focalizzata sulla gestione dei grandi patrimony, prefigure le prospettive della moneta Usa.

“Pertanto – argomenta l’analista - ci si potrebbe attendere un indebolimento del dollaro per il prossimo anno, ma in realtà la maggior parte degli analisti ha una visione ancora rialzista. D’altra parte però, alcuni fattori potrebbero migliorare il sentiment nei confronti dell'euro. Ci riferiamo ad una Banca Centrale Europea che non va a ridurre ulteriormente i tassi di interesse, all’avvio di una politica fiscale di stimolo da parte della Germania e di altri paesi, ad una Brexit di successo e alla stabilizzazione dei dati manifatturieri. Un dollaro più debole per il 2020 rappresenta attualmente una visione contrarian, ma sarebbe positivo per la crescita globale e per i risky assets (in particolare per l’azionario dei Mercati emergenti). E non solo, ne sarebbe contento anche Trump, il cui obiettivo è quello di assicurarsi che l'economia americana e quella mondiale resistano fino ad almeno le elezioni presidenziali statunitensi che si terranno alla fine dell'anno prossimo”.

Pertanto, “dato il contesto incerto, noi suggeriamo un approccio neutrale al dollaro, mantenendo limitata l’esposizione nel comparto azionario e valutiamo, al massimo, la possibilità di inserire un treasury a breve scadenza in portafoglio come protezione per un’eventuale correzione di mercato”.

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