Tempo di lettura: 3min

Investitori tra FOMO e TINA

2/12/2020 | Redazione Advisor

Paura di perdere il rialzo e mancanza di alternative sostengono il mercato azionario. Il commento di Ostrum Asset Management


Paura di perdere il rialzo (fear of missing out) e mancanza di alternative (there is no alternative). Sono le due considerazioni che in questa fase spingono gli operatori a investire ancora nel mercato azionario. E' l'analisi di Axel Botte, strategist di Ostrum Asset Management (affiliata di Natixis Investment Managers)

 

"L'ottimismo degli investitori è di recente nuovamente cresciuto dopo il ritorno dei listini cinesi in una situazione di relativo equilibrio. Gli indici azionari statunitensi si avvicinano a picchi mai registrati prima: l’S&P500 è salito del 3,5% circa su base annua e anche lo Stoxx 600 ha recuperato i massimi storici. I mercati obbligazionari hanno subito una correzione al ribasso, ma senza lasciare sul terreno tutti i guadagni del 2020. Il Bund tratta vicino al -0,39% a fronte di una modesta pressione in aumento e il debito sovrano è rimasto di fatto stabile. Il rendimento del Treasury decennale è tornato in linea con i tassi sui pronti contro termine della Fed e la curva dei rendimenti Usa si è appiattita sulla parte lunga" spiega lo strategist.

 

"Il rimbalzo registrato sugli asset di rischio è stato evidente sull’high yield europeo (sceso di 14 punti base) e sull’obbligazionario emergente (in calo di11 punti base). Anche gli indici CDS riflettono l'aumento della propensione al rischio. L’indice iTraxx XO (214pb) tratta al di sotto dei 10pb di restringimento annuale. L'euro ha infranto la soglia di 1,10 dollari sulla scia della debolezza dei dati più recenti e lo yen si è deprezzato verso quota 110. A sua volta, il peso messicano è l'unica tra le principali valute a essersi apprezzata nel cambio rispetto al dollaro quest’anno".

"La rapida inversione di rotta dei mercati può essere un segnale di compiacenza degli investitori. L’aumento dei prezzi degli asset deriva probabilmente dalla politica monetaria accomodante delle Banche centrali. La PBoC ha di recente iniettato liquidità nel sistema finanziario arrestando la pressione al rialzo sul renminbi (quasi alla soglia del livello 7 rispetto al dollaro) dopo la firma dell'accordo commerciale con gli Stati Uniti".

 

"In effetti, il rendimento dei governativi Usa decennali si è mosso poco dinanzi ai solidi dati sul mercato del lavoro e al rialzo dei dati ISM, con il rendimento a dieci anni tornato all'1,60%, in linea con il tasso repo della Fed. La performance debole delle obbligazioni a 5 anni è tipica di uno scenario caratterizzato da una limitata   avversione al rischio. Il restringimento degli spread su 10/30 anni riflette in parte la decisione del Tesoro statunitense di posticipare a maggio l'emissione di nuove obbligazioni a 20 anni. I flussi finali degli investitori sui mercati obbligazionari statunitensi hanno recentemente favorito gli MBS rispetto ai prestiti bancari, in quanto i tassi LIBOR a 3 mesi sono scesi all'1,75%. I segnali di una ripresa dei prezzi delle case hanno sostenuto gli investimenti in titoli garantiti da ipoteca, nonostante la progressiva riduzione in corso delle quote di MBS detenute dalla Fed".

 

"Sul listino americano, l'S&P 500 continua a essere sostenuto dai grandi nomi del tech e sembra di fatto inaffondabile, tanto più dopo una stagione degli utili superiore alle attese, eccetto per i settori dell'energia e delle materie prime. Il basso livello dei tassi è una manna per i trust immobiliari e le utility. Oltre alla mancanza di alternative interessanti (TINA – there is no alternative), il timore di non intercettare (FOMO – fear of missing out) il prossimo rialzo ha portato gli investitori a mantenere posizioni azionarie lunghe" spiega ancora Botte. "L'esperienza del 2019 è infatti ancora nella mente della maggior parte degli investitori. L'Europa continua a beneficiare dei flussi provenienti dagli Stati Uniti, con l’Euro Stoxx 50 che ha superato il tetto dei 3800. Gli utili aggregati sono tuttavia diminuiti di ben il 4% su base annua durante l’ultimo trimestre dell’anno scorso secondo gli ultimi dati (fino ad oggi 158 su 440 titoli europei hanno pubblicato i risultati). Oltre all'energia e le risorse di base, il settore dei beni di consumo ha mostrato una certa debolezza nella dinamica degli utili".

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?