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Le obbligazioni non sono una copertura perfetta

2/13/2020 | Redazione Advisor

Le obbligazioni non sono una copertura perfetta. Ecco perché Iggo (AXA IM): “Negli ultimi vent’anni, la correlazione negativa tra obbligazioni e azioni è cambiata poco, nonostante gli yield bassissimi”


“Negli ultimi vent’anni, la correlazione negativa tra obbligazioni e azioni è cambiata poco, nonostante gli yield bassissimi”. Chris Iggo, cio core investments di AXA Investment Managers, precisa, però, che “bisogna prendere in considerazione il rapporto tra rendimenti in periodi temporali significativi. Nel breve periodo, la correlazione può essere instabile ma un’ottica di medio/lungo periodo, le correlazioni tra i rendimenti azionari e obbligazionari sono negative. Da quando la Banca Centrale Europea ha tagliato il tasso di interesse al di sotto dello zero nel marzo 2014, la correlazione tra azioni europee e i rendimenti dei titoli di Stato tedeschi è stata negativa. È un fattore importante per gli investitori che sono alla ricerca di portafogli diversificati con una preferenza per la crescita, ma con una volatilità e un potenziale di perdita non interamente correlati al mercato azionario".

Iggo specifica che “le obbligazioni non sono una copertura perfetta. La correlazione non è negativa al 100%. Inoltre, in periodi di tempo più brevi, la correlazione non è stabile e può essere, ed è stata, positiva. Effettivamente, se consideriamo i rendimenti azionari in diversi periodi, la correlazione tra azioni e obbligazioni tende a essere maggiormente negativa ai due estremi dei rendimenti azionari (il 25% inferiore e il 25% superiore). In condizioni di mercato favorevoli, la correlazione è tendenzialmente più vicina allo zero oppure positiva: tali condizioni in genere sono caratterizzate da tassi di interesse stabili e da una crescita economica discreta. Le obbligazioni in genere riportano performance negative in caso di stretta monetaria a fronte di un’inflazione e una crescita solida, condizioni che vengono tendenzialmente associate a rendimenti azionari positivi. Le obbligazioni generalmente fanno bene quando i tassi vengono ridotti (o si prevede un taglio dei tassi) a fronte di un rallentamento della crescita, generalmente associato con rendimenti negativi nel mercato azionario. Comunque, il punto è che quando serve la correlazione funziona”.

L’analista “crede che ci sia valore nelle strategie di investimento che abbinano azioni e obbligazioni, espongono gli investitori al meglio del beta sui mercati che offrono liquidità sufficiente da consentire una gestione delle posizioni in modo relativamente conveniente nel corso del tempo. In un contesto in cui le banche centrali hanno immesso abbondante liquidità, dire che la maggior parte degli strumenti finanziari è costosa può essere opinabile. Gli yield obbligazionari sono scesi e i rating azionari sono alti in un contesto che ha faticato a produrre crescita economica dopo la crisi finanziaria. Eppure alcuni fattori tendono a essere piuttosto stabili. Non ci sono molti segnali che indicano che la tendenza della volatilità dei rendimenti, sia azionari che obbligazionari, sia cambiata in misura significativa. Sì, ci sono periodi in cui la volatilità sale o scende, ma nulla indica che la volatilità (realizzata) sia scesa o salita in modo permanente”.

Nel lunghissimo termine, “la correlazione tra obbligazioni e azioni è diminuita e si è fatta negativa, una tendenza che sembra presentare un collegamento con il calo dell’inflazione per diversi decenni, per cui il rendimento obbligazionario è dipeso maggiormente dalle aspettative sul fronte dei tassi di interesse 'reali' che di quelli nominali. Quando l’inflazione era più alta, i rendimenti azionari e obbligazionari venivano trainati maggiormente dall’inflazione rispetto a oggi, quando i rendimenti dipendono più da fattori reali (come la crescita degli utili/dividendi reale nel mercato azionario, le oscillazioni dei tassi reali nelle obbligazioni, fattori che presentano una correlazione economica più negativa). In ogni caso, l’esistenza di una correlazione negativa in concomitanza con una volatilità che resta relativamente stabile suggerisce che oggi, più che mai, l’approccio bilanciato tra azioni e obbligazioni è particolarmente interessante per le strategie pensionistiche e di risparmio con un’ottica a lungo termine”.

“Ciò si può ottenere anche con una copertura sostenibile, con esposizioni azionarie filtrate per ridurre i rischi ESG e concentrate su una crescita degli utili a lungo termine più sostenibile in un’economia globale in evoluzione”, conclude Iggo.

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