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Nuovo scenario, come modificare i portafogli

3/5/2020 | Redazione Advisor

L’impatto dell’epidemia di coronavirus sta modificando le prospettive dei mercati. L’analisi di Natixis IM


L’impatto dell’epidemia di coronavirus si sta rivelando più grande di quanto ci si potesse aspettare. In questo nuovo scenario di mercato si rende necessario modificare l’orientamento dei portafogli. “Originariamente considerato uno shock contenuto e modesto per la Cina nel primo trimestre, l'epidemia si sta ora trasformando in un problema più grande” spiega Dave Lafferty, chief market strategist di Natixis Investment Managers. “La recessione globale non è ancora il nostro scenario di base, ma il rischio è in aumento dato che sono compromesse sia l’offerta aggregata (produzione) che la domanda aggregata (consumi) sono compromesse”.

 

“Le obbligazioni statunitensi hanno continuato il loro spettacolare rally mentre i rendimenti sono crollati, sostenuti dal taglio dei tassi “di emergenza” della Fed” prosegue lo strategist. “Al di là della curva, i rendimenti statunitensi sono precipitati ai minimi storici con il Treasury a 2 anni che ha chiuso a 0,70%, mentre il decennale americano ha chiuso all’1%. L'ampio mercato americano, misurato dal Bloomberg Barclays US Aggregate Bond, ora presenta un rendimento di un misero 1,57% - più o meno equivalente ai minimi storici registrati nell'ottobre del 2012. Con bassi rendimenti e lunghe duration, il rischio di tasso di interesse che accompagnerebbe il contenimento del virus e/o la crescita più forte non è mai stata così alto. La pressione al ribasso sui rendimenti può continuare dinanzi al peggioramento dei dati macroeconomici, ma in questo contesto, le perdite delle azioni supererebbero sicuramente l'apprezzamento delle obbligazioni. Il recente balzo degli spread creditizi potrebbe creare sacche di valore nel settore dei corporate, ma solo per quelli con capacità superiori di selezione”.

 

In questo contesto gli asset di rischio stanno soffrendo. “L’azionario globale è diventato più economico, ma non ancora a buon mercato” prosegue Lafferty. “Gli effetti di trascinamento sui multipli prezzo/utili forward per l'MSCI World Index e per l'indice S&P 500 sono abbastanza in linea con le rispettive medie quinquennali. Tuttavia, entrambi gli indici trattano ancora a premi più alti del 5%-10% rispetto alle loro valutazioni medie a 10 anni. Inoltre, le previsioni di utili azionari effettuate con un’ottica bottom-up sono ancora troppo ottimistiche e le aziende non stanno nascondendo la mancanza di visibilità sugli utili, ma le stime sono scese solo marginalmente, con una ripresa a V dei profitti ipotizzata per il la seconda metà dell’anno e per il 2021. Il contenimento del virus, insieme al proseguimento di una politica accomodante, potrebbe spingere al rialzo i prezzi azionari nel breve periodo, ma le valutazioni elevate zavorreranno i rendimenti a lungo termine”.

 

Quali sono le previsioni per le prossime settimane? Come posizionare i portafogli per affrontare questa fase di turbolenza? “Ci aspettiamo una continua volatilità sui mercati azionari, del reddito fisso, delle valute e delle materie prime man mano che la ricaduta economica della pandemia si farà strada nell'economia globale” sottolinea lo strategist di Natixis. “Gli investitori non dovrebbero sprecare le potenziali occasioni di questa crisi: l'aumento della volatilità dovrebbe fornire ampie opportunità per riequilibrare, ottimizzare le conseguenze fiscali o avviare una fase di riallocazione su differenti asset class. Per quanto riguarda l'allocazione del rischio, la discrezione rimane la parte migliore: l'incertezza è elevata e il potenziale di perdite al ribasso è maggiore rispetto a quello di guadagni al rialzo e gli investitori potrebbero voler rimanere vicini o appena al di sotto dei loro obiettivi di rischio complessivo. Con un elevato grado di rischio azionario e i rendimenti obbligazionari prossimi ai minimi storici, gli investitori potrebbero voler prendere in considerazione strategie alternative o non tradizionali in grado di consentire loro una certa partecipazione al mercato, ma con una minore volatilità complessiva”.

 

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