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Gestore della settimana: ritorno al value?

3/9/2020 | Sébastien Galy*

Lo stile growth è messo a dura prova dal Coronavirus. Quindi gli operatori tornano a guardare con attenzione ai titoli di valore, in grado di sovraperformare nelle fasi “difficili” dei mercati


Man mano che il virus Covid-19 si diffonde a livello globale, la staffetta tra i titoli value e growth torna di attualità. In tempi difficili, i titoli value tendono a sovraperformare, ma nel corso degli ultimi decenni hanno sottoperformato. Warren Buffet, un value investor convinto, ha ammesso in passato che gli investitori avrebbero fatto meglio ad acquistare S&P500 che Berkshire Hathaway. Ma non in questo momento. Se da un lato “growth” può essere chiaramente descritto come uno stile, “value” è più un fattore di qualità nella costruzione del portafoglio e questa qualità si dimostra particolarmente valida in tempi di turbolenze dei mercati e di recessione. Il resto dipende in parte da una buona costruzione del portafoglio - che include varie tecniche differenti a contorno. Si noti inoltre che esistono anche altri metodi per mitigare i rischi di ribasso, ad esempio il real estate e le infrastrutture quotate, nonché i covered bond.

Cos’è lo stile growth?

Le nuove società emergono rapidamente, dalla nascita all'IPO, nel Nasdaq o S&P500 in periodi di tassi di interesse molto bassi. Queste nuove società sfidano le aziende esistenti con nuove tecnologie ed aprono nuovi mercati, come ha fatto Tesla. Alla fine, le società come Amazon stabiliscono posizioni dominanti acquistando tecnologie e mercati emergenti. I loro flussi di cassa passano da negativi a positivi con l'aumento della domanda e grazie ai mark up di prodotti differenziati come Apple.

Le generazioni più giovani preferiscono sperimentare un prodotto piuttosto che possederlo. Questo comportamento sta limitando i mark up, forzando i produttori a competere sul volume. In alcuni casi, i titoli growth ottengono una posizione dominante o oligopolistica abbassando i prezzi dei loro servizi, ma scoprono che col tempo, la loro capacità di margine di profitto è limitata: UBER è un esempio. Più in generale, queste società rappresentano un rinnovamento dell’economia, in un ciclo perpetuo.

La trasformazione di società stabili/value

La tecnologia si è rapidamente diffusa verticalmente e orizzontalmente prima del 2008, generando un tasso di produttività più elevato. Ma questo processo di trasformazione, cavalcato da aziende di tipo growth, si può riscontrare anche in alcune società di tipo value. Per esempio, McDonalds ha integrato i sistemi di ordinazione e ha aggiunto la consegna ai suoi servizi. Molti centri commerciali che subiscono una forte pressione a causa dell'evoluzione dei gusti si stanno adattando con successo. Più in generale, queste società hanno iniziato tagliando i costi prima di essere costrette a innovare per rispondere meglio ai propri clienti.

Le società value: il buono, il brutto e il cattivo

Il valore può essere analizzato attraverso una serie di semplici metriche, come il rapporto prezzo/utili, il rendimento dei dividendi e, più in dettaglio, i modelli di flussi di cassa attualizzati.

Se le società non possono passare ad un modello growth sfruttando il giusto meccanismo economico o tecnologico, per definizione sottoperformano tali titoli. Possiamo tranquillamente supporre che alcuni titoli si conformeranno ad essere growth, mentre altri no, restando confinati ad una definizione di value. Un punto importante da capire è che non tutti i titoli a basso beta sono infatti titoli value, alcuni sono semplicemente titoli che non sono stati in grado di adattarsi ad un’ottica growth. Il lavoro degli analisti è quello di isolare dai titoli value quelli che possono applicare innovazioni tecnologiche simili ai titoli growth da quelli che sono sulla strada dell'obsolescenza.

La strategia

La nostra conclusione è che i titoli growth incontreranno da 2 a 4 settimane di difficoltà nel contesto attuale, ma che questo eterno processo di rinnovamento alla fine tornerà a renderli piuttosto attraenti. I titoli value, come parte di un portafoglio ben costruito, offrono ciononostante il vantaggio della diversificazione e della resilienza.

 

*senior macro strategist di Nordea AM

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