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Un cigno nero con tante incognite

3/20/2020

Il fatto che non ci siano precedenti rende molto difficile valutare la portata di questa crisi. La vies di Edmond de Rothschild


La difficoltà di valutare questa crisi dipende dal fatto che non ci siano precedenti. Il mondo non si è mai trovato in una situazione in cui le economie possano improvvisamente spegnersi per un periodo imprecisato in assenza di una crisi finanziaria. Come spiega Benjamin Melman, global cio di Edmond de Rothschild Asset Management, questo comporta numerose incognite e molti interrogativi ai quali è molto difficile rispondere. Come andrà l'attività durante una chiusura? Quanto tempo ci vorrà per tornare a una condizione di normalità quando l'economia si rimetterà in moto? Le frontiere rimarranno chiuse tra Paesi con politiche sanitarie diverse? In questa fase è difficile valutare le questioni legate a intensità e durata, per cui i mercati non sono in grado di stabilizzarsi.

 

 Melman evidenzia che la mancanza di coordinamento tra i vari Paesi nella gestione dell’emergenza sanitaria siano fonte di ulteriore incertezza. “Le ultime due settimane in Asia fanno capire che l'isolamento ha costi economici enormi, ma in realtà funziona. La maggior parte dell'Europa sta ora seguendo l'esempio dell'Asia, per cui si spera che il picco dell'epidemia si raggiunga ad aprile. Ma per il momento due Paesi del G7, gli Stati Uniti e il Regno Unito, sembrano aver imboccato una strada diversa. Questa mancanza di coordinamento internazionale per affrontare la crisi attraverso gli strumenti di politica economica è stata molto criticata, ma l'incapacità dei Paesi di coordinare la politica sanitaria è ancora peggiore. Il costo di questa crisi per l'Europa è incerto, ma il periodo successivo potrebbe non seguire necessariamente il tradizionale trend del back-to-business. Le valutazioni attuali riflettono queste incertezze”.

 

La crisi prosegue ma secondo Melman tra tante ombre inizia a intravedersi qualche luce: i mercati hanno già registrato due forti calile autorità monetarie e fiscali hanno adottato misure massicce, che non solo eviteranno molti fallimenti a breve termine, ma dovrebbero anche accelerare la ripresa dopo il periodo di lockdown; stiamo iniziando ad avere abbastanza dati sull'impatto dell'isolamento, in alcune regioni l'epidemia è in declino; le valutazioni di mercato sono tornate su livelli interessanti.

  

Tanti indizi sono a favore di un rimbalzo del mercato: valutazioni interessanti, massicci stimoli fiscali/monetari e già due episodi di flessione del mercato. “Quello che manca” prosegue Melman “è una migliore visibilità sulla durata della crisi, fattore per noi decisivo. Un importante punto di inflessione potrebbe venire dagli Stati Uniti che iniziano a introdurre misure di chiusura”.

 

“La crisi ha colto tutti di sorpresa proprio perché non aveva precedenti. Le misure sanitarie ed economiche sono apparse, di conseguenza, improvvisate e/o lente. Ma la portata della crisi è stata ormai pienamente presa in considerazione e le autorità stanno recuperando rapidamente gli sforzi per trovare una soluzione efficace. Le cose stanno cambiando rapidamente e potrebbe succedere di tutto: lo slancio dell'epidemia e l'eventuale convergenza delle politiche sanitarie saranno il nostro punto focale nella definizione delle future decisioni di asset allocation. Nel frattempo, stiamo mantenendo la nostra esposizione azionaria equilibrata, conservando una posizione di sottopeso”.

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