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Covid-19, il 2020 sarà l’anno peggiore dagli anni Trenta

3/27/2020 | Redazione Advisor

Keith Wade (Schroders): “Ci sarà una contrazione del 3,1% dell’economia globale quest’anno, prima che questa si riprenda con un +7,2% nel 2021”


“Il Coronavirus sta avendo effetti significativi sull’attività economica a livello globale e, in un contesto di notevole incertezza, abbiamo cercato di valutarne l’impatto, aggiornando le nostre previsioni. Ci aspettiamo di assistere a una contrazione del 3,1% dell’economia globale quest’anno, prima che questa si riprenda con un +7,2% nel 2021”. Keith Wade, chief economist & strategist di Schroders, spiega che "questa previsione tiene conto di una grave recessione nella prima metà dell’anno che, anche in caso di ripresa nel secondo semestre, implica che il 2020 è destinato a essere il peggiore anno per l’attività economica dagli anni ’30”.

“Anche se governi e banche centrali hanno lanciato importanti iniziative di supporto – argomenta l’esperta - l’ampio rallentamento sarà dovuto al blocco di una fetta importante dell’economia, mentre le autorità tentano di contenere il virus. Gli ultimi dati sulla Cina, con un calo del 20% nelle vendite al dettaglio e del 25% negli investimenti di capitale fisso nel periodo in cui gran parte dell’economia è stata ferma a causa del virus, offrono già un’indicazione dell’ampiezza di tale impatto. Questi numeri sono in linea con i dati ad alta frequenza, e i nostri indicatori sull’attività in Cina mostrano che l’economia ha subito una contrazione nel primo trimestre. I numeri ufficiali potrebbero raccontare una storia differente, ma tali dati offrono un’indicazione su ciò che ci potremmo aspettare anche nel resto del mondo. Fortunatamente i dati sui nuovi casi di Covid-19 in Cina si sono stabilizzati, ma siamo ancora in una fase iniziale della curva in Europa e Stati Uniti. Riteniamo che queste aree geografiche attraverseranno un processo simile di chiusura e restrizioni sui movimenti della popolazione per contenere la diffusione del virus. Ciò avrà un impatto notevole sull’attività economica nel secondo trimestre negli Usa e in Europa, con un calo del Pil compreso tra il 10 e il 20% (non annualizzato). Risultati simili si sono visti di rado dopo la Seconda guerra mondiale, in economie in cui le fluttuazioni del Pil sono normalmente comprese tra l’1 e il 2%”.
 

Ci sarà una seconda crisi dell’Eurozona? “Il rischio è che la crisi metta in evidenza le debolezze sottostanti dell’economia mondiale. Come disse Warren Buffett - solo quando la marea scende scopri chi stava nuotando nudo. Tutto ciò potrebbe sembrare pessimistico, viste le promesse sulla falsariga del ‘whatever it takes’, ma gli ampi cali dell’attività globale effettivamente portano alla luce le debolezze, come abbiamo visto fin troppo chiaramente dopo la crisi finanziaria globale. Nel Regno Unito diverse tra le aziende più deboli sono già uscite dal mercato. Sarebbe più preoccupante un ritorno della crisi nell’Eurozona, in cui l’economia che è stata colpita più duramente, l’Italia, è anche quella con la stabilità finanziaria più precaria. Secondo le nostre previsioni, il Pil italiano dovrebbe attestarsi a -7,7% quest’anno, per poi registrare un incremento dell’8,7% nel 2021”.

“Ci saranno significative violazioni dei deficit e le misure di austerità che sono state imposte dall'UE dopo l'ultima crisi saranno difficilmente accettate. La recessione rappresenterà una sfida importante per l’Eurozona, soprattutto se sarà prolungata”, conclude Wade.

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