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Gestore della settimana: massima cautela nel breve termine

4/6/2020

Frédéric Dodard, head of portfolio management EMEA di SSGA e gestore del fondo State Street Flexible Asset Allocation Plus, illustra le strategie per gestire il rischio in questa fase di incertezza


Frédéric Dodard, head of portfolio management EMEA di State Street Global Advisors e gestore del fondo State Street Flexible Asset Allocation Plus, analizza l’impatto dell’emergenza legata al Covid-19 sull’economia globale e illustra le strategie per gestire il rischio nei portafogli nell’attuale fase, caratterizzata ancora da grande incertezza.

 

 Qual è secondo voi l’approccio adatto ad affrontare l’attuale fase di mercato?

“Quando si verifica una crisi, di solito ci sono tre “ondate” di cattive notizie. Prima di tutto gli operatori di mercato si rendono conto che c'è un problema e iniziano a scontare i prezzi in base alla revisione delle loro aspettative. Tutto questo è iniziato intorno al 20 febbraio e ha portato a un ampio e brutale sell-off nelle quattro settimane successive. In secondo luogo, il problema inizia a riflettersi nei dati, come è successo in Europa e negli Stati Uniti con l'aumento della disoccupazione e il declino dell'attività economica, e come confermato dall’andamento degli indici globali sulla produzione. Si può dire che siamo in questa fase. Infine abbiamo una terza fase, che coincide in parte con la seconda: le aziende iniziano a manifestare l'impatto della crisi sui loro modelli di business e di conseguenza gli analisti finanziari avviano la revisione delle loro previsioni. In questa fase di crisi così profonda e duratura, gli spread sulle tipologie di debito più rischiose sono una variabile finanziaria particolarmente rilevante da monitorare, perché offrono preziose informazioni sulle condizioni del mercato obbligazionario e del credito. Gli spread hanno iniziato un modesto declino rispetto ai livelli di stress visti a marzo, ma ci vorrà ancora molto tempo prima che raggiungano livelli normalizzati. Ad esempio, gli spread sugli high yield globali erano vicini ai 1.200 punti base il 23 marzo e si trovano ancora al di sopra dei 1.000 punti base, quando invece il livello di normalità è nell’intorno di 400-500 punti base. Con livelli straordinariamente elevati di volatilità implicita in tutti i mercati, il nostro Market Regime Indicator (MRI) continua a indicare una situazione di crisi e quindi il contesto richiede una estrema cautela nel brevissimo termine (meno di un mese)”.

 

Data l'attuale fase di grande incertezza come state gestendo il rischio nei portafogli?

Abbiamo diverse frecce al nostro arco, tra cui il fondo Flexible Asset Allocation Plus e la strategia Target Volatility Trigger (TGT). Nelle nostre strategie absolute return, tra cui rientra il fondo, correggiamo dinamicamente il profilo di investimento sulla base degli indicatori di rischio e dunque abbiamo modificato l'esposizione in modo molto significativo. Rimaniamo abbastanza cauti e per ora non crediamo di poter assistere a un rimbalzo sostenuto, avendo ridotto il livello di esposizione agli asset growth (azioni, debito a rischio elevato e altri asset più rischiosi) dal 70% di fine febbraio a quasi il 25%. Il livello della liquidità e dei bond governativi è stato aumentato e abbiamo anche incrementato tatticamente l’esposizione all’oro di qualche punto percentuale dove possibile.

Veniamo al Target Volatility Trigger, il cui obiettivo è mantenere la volatilità del portafoglio entro un target specifico. Abbiamo diminuito l’esposizione azionaria di questi portafogli al crescere della volatilità, cosa che ha permesso di ridurre in modo significativo i drawdown nel mese di marzo. Di conseguenza questi portafogli sono ora notevolmente meno esposti alle azioni.

 

Qual è la vostra view per i prossimi mesi?

“Continuiamo a essere prudenti perché al momento ci troviamo tra la seconda e la terza fase della crisi. Inoltre, data la peculiarità di questa situazione senza precedenti nei mercati finanziari, il livello di incertezza e di incognite è molto più alto rispetto alle crisi finanziarie del passato. Le guidance sugli utili fornite dalle aziende saranno utili per verificare l’ammontare dei danni che si sono verificati a livello di risultati finanziari e bilanci, e questo aiuterà gli investitori a formulare previsioni sulle valutazioni più realistiche per il 2020 e potenzialmente anche per il 2021, ma la tendenza generale sarà pesantemente negativa. Inoltre la cancellazione o il rinvio del pagamento dei dividendi, che è solo all'inizio, è un elemento che si va ad aggiungere ai timori degli investitori azionari Se questo è del tutto comprensibile e giustificato a fronte dell’attuale scenario, del supporto pubblico e della necessità di conservare più denaro possibile per sopravvivere, come è possibile comprendere se la valutazione di un’azienda è conveniente quando c’è così tanta incertezza sugli utili e i dividendi vengono meno? Se la pandemia si stabilizzerà ad aprile e inizierà a diminuire a maggio, in concomitanza con la ripresa delle attività economiche, potrebbe verificarsi una ripresa a U dei mercati azionari, ma è ancora troppo presto per dirlo”.

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