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Emergenti, i punti di forza per resistere al Covid-19

4/7/2020 | Redazione Advisor

I bilanci dei mercati emergenti si sono affacciati alla crisi in buone condizioni, il che fa ben sperare per la ripresa. L’analisi di Aberdeen Standard Investments


“ Nessun paese è immune agli shock del mercato globale causati dal coronavirus, neppure i mercati emergenti”. Così Nick Robinson, senior investment manager, equities, Aberdeen Standard Investments, che sottolinea l’importanza fondamentale di adeguate misure governative per innalzare una barriera contro le incombenti problematiche strutturali dovute alla pandemia.

 

“Finora le banche centrali hanno risposto tagliando i tassi di interesse e iniettando liquidità nei mercati. Sebbene tali misure siano importanti, siamo ancora in attesa di interventi più decisi sul piano fiscale che possano ispirare sufficiente fiducia per stabilizzare i mercati. Tuttavia, la possibilità che possa instaurarsi una ripresa duratura dipenderà anche dalla fiducia che la diffusione del virus sia stata contenuta” spiega Robinson.

 

“Potremmo non essere in grado di prevedere appieno gli effetti economici futuri del Covid-19, ma possiamo comunque guardare al passato per ricavare indizi utili” prosegue l’esperto di Aberdeen. “In Cina, in seguito alle misure di contenimento del virus, la produzione industriale ha subito il peggiore calo mai registrato (anche in confronto con la crisi finanziaria globale). Questo indica che i dati a livello mondiale continueranno a essere particolarmente negativi – almeno per ora. Guardando ancora più indietro, tuttavia, appare evidente che le fasi di flessione dei profitti tendono a essere brevi e intense rispetto alle fasi di rialzo, sia nei mercati emergenti sia negli USA”.

 

“Quanti più governi saranno in grado di evitare che i problemi sul lato della domanda e i timori per la liquidità possano trasformarsi in difficoltà strutturali, tanto più elevate saranno le possibilità di una robusta ripresa dei ricavi. Tutto questo dipende inoltre dalla velocità con cui si raggiungerà il picco dei contagi”. Attualmente su questo c’è molta incertezza. “A Hubei, la provincia cinese da cui il virus ha iniziato a diffondersi, il picco dei casi è stato raggiunto all’inizio di marzo, circa 6 settimane dopo l’inizio dell’epidemia. Sebbene questo dato possa essere in certa misura orientativo, è anche vero che il governo cinese dispone di poteri più ampi rispetto a molti altri Stati, che hanno permesso alla Cina di attuare misure di lockdown estremamente stringenti. Prevediamo che altre nazioni avranno bisogno di periodi di contenimento più lunghi poiché non potranno usare lo stesso grado di rigidità. Poiché la ripresa dipende dal contenimento, riteniamo che le economie registreranno una risalita a U dopo l’allentamento delle misure”

 

“Nei mercati emergenti, le risposte dei governi alla richiesta di liquidità appaiono promettenti” sottolinea Robinson. “Inoltre, i bilanci dei mercati emergenti si sono affacciati all’attuale crisi in buone condizioni, facendo ben sperare riguardo alla ripresa. Anche i programmi di riforma, in particolare in Brasile, sono motivo di incoraggiamento. Nonostante questa crisi del mercato sembri essere sotto diversi aspetti simile a quella del 2008” conclude lo strategist, “la volatilità potrebbe offrire agli investitori con ottica di lungo termine l’opportunità di aprire posizioni in società a elevata qualità, caratterizzate da buone valutazioni e in grado di beneficiare delle attuali condizioni del mercato”.

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