Tempo di lettura: 3min

Il gestore della settimana: “Opportunità nelle rinnovabili”

4/20/2020 | Daniele Riosa

Manuel Pozzi, investment director di M&G Investments Italia, fa il punto sul mercato degli investimenti green e ne illustra tutte le potenzialità visto che “il grosso dei risparmiatori retail e istituzionali non ha ancora spostato la propria allocazione”


Manuel Pozzi, investment director di M&G Investments Italia, fa il punto sul mercato degli investimenti green e ne illustra tutte le potenzialità visto che “il grosso dei risparmiatori retail e istituzionali non ha ancora spostato la propria allocazione”.

Che tipologia di investimenti green potranno essere i più importanti nel 2020, ora che il mercato è esploso?
“Il mercato degli investimenti “green” è solo agli inizi: alcuni investitori istituzionali hanno già iniziato a investire, ma il grosso della platea dei risparmiatori retail e istituzionali non ha ancora spostato la propria allocazione. Ovviamente abbiamo iniziato a vedere i riflettori puntati sulle società più attente alle tematiche legate alla sostenibilità ambientale e sociale, ma dal punto di vista delle aziende, quelle leader o pioniere nei settori dell’efficientamento energetico, delle rinnovabili, dell’economia circolare e dei servizi per una società più inclusiva e sana sono molto spesso all’inizio di un vero e proprio megatrend. Per fare un esempio, basti pensare a come gli sviluppi tecnologici hanno permesso in pochi anni di ridurre i costi di installazione e produzione di energia eolica, rendendo alcune aziende del settore molto profittevoli anche senza sussidi. Inoltre, l’attuale crollo di mercato sta creando opportunità d’investimento che raramente si possono vedere in business stabili e di qualità come quelli delle infrastrutture, di cui il settore delle energie rinnovabili fa parte”.  

Quali sono i tempi per arrivare a regime con la completa garanzia di fondi 100% ESG compliant?
“Grande attenzione mediatica significa anche grande rischio di falsi o, in gergo, ‘green washing’. Oggi non basta che un’azienda faccia parte di un indice ESG per essere sicuri che rispetti adeguatamente i criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance. Occorre un serio sforzo conoscitivo da parte dei gestori per approfondire tutti gli aspetti di business, di intenzione e di comportamento del management di ogni società. I rating possono aiutare ad attivare qualche campanello d’allarme ma non bastano, come nel caso dei rating sul merito di credito. Però qualche importante passo avanti è stato fatto. Inizia a esserci un linguaggio condiviso per poter identificare i parametri da analizzare e per poter affermare quali tipi di progetto siano meritevoli dell’appellativo ‘green’. A dicembre il Parlamento UE ha stabilito una tassonomia, il primo elenco che specifica quali attività possano essere ritenute sostenibili dal punto di vista ambientale, mentre la UE ha identificato sei aree cui possono riferirsi i progetti green: quelli capaci di limitare il cambiamento climatico, favorire l’adattamento al clima, l’uso sostenibile e la protezione delle risorse idriche, l’economia circolare, il controllo e la prevenzione dell’inquinamento e la protezione dell’ecosistema. Le attività green dovranno contribuire ad almeno uno di questi scopi e non nuocere agli altri, ma anche avere una robusta base scientifica ed essere gestiti secondo adeguati criteri di governance. Inoltre, quest’anno probabilmente la UE inizierà ad emanare delle linee guida ufficiali su quali strumenti finanziari si possano considerare ‘green’”.

Quali sono le potenzialità del mercato ESG in Italia? E cosa si potrebbe fare per migliorare il settore?
“Molte aziende italiane sono già in prima linea sul tema, basti vedere Enel, per citare un’azienda nota. Per stimolare la sensibilità e gli investimenti, oltre a un’adeguata campagna di sensibilizzazione occorrono investimenti pubblici, che probabilmente inizieranno ad arrivare in parte, e privati. Il miglior modo per stimolare aziende e risparmiatori è offrire vantaggi fiscali, che dovrebbero essere però assoggettati ad adeguati controlli di serietà sui progetti e sulla loro implementazione. Da questo punto di vista gli sviluppi regolamentari stanno andando nella direzione giusta. Se dovesse arrivare anche qualche forma di incentivo per gli investitori, state tranquilli che domanda e offerta si metterebbero subito in moto”.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?