Investimenti sostenibili alla prova del Covid-19
"Le aziende che trattano i propri stakeholder in modo equo e corretto beneficeranno di migliori performance azionarie rispetto a quelli che non lo fanno": è questa l’idea di investimento sostenibile di Nicholette MacDonald-Brown, co-head of pan european equity research di Schroders.
Come ha risposto questa teoria alla prova del Covid-19? "Guardando all’azionario europeo, il nostro strumento proprietario di ricerca “CONTEXT” classifica le società sulla base della loro sostenibilità. Attraverso questa classificazione, la nostra analisi mostra che i titoli europei che si trovano nel quartile superiore per sostenibilità hanno visto un calo medio dei prezzi delle azioni del 29% nel periodo che va dal picco del 17 febbraio al crollo del 23 marzo. Al contrario, le azioni nell’ultimo quartile (quelle considerate meno sostenibili) in media hanno perso il 38% nello stesso periodo, mentre il benchmark è crollato del 35%" spiega l'esperta.
Secondo MacDonald-Brown "Molte aziende in Europa stanno prendendo sul serio le proprie responsabilità nei confronti degli stakeholder, e le loro risposte sono state notate. Secondo uno studio sulla fiducia nei brand condotto a marzo da Edelman, il 65% delle persone afferma che le proprie decisioni di acquisto saranno influenzate dal comportamento delle aziende in questa pandemia. Il dato è ancora più alto in Cina, all’88%. Le aziende che trattano correttamente i propri stakeholder potrebbero essere meglio posizionate per affrontare il futuro post-crisi". Secondo l'analisi dell'esperta di Schroders infatti "questa crisi è diversa rispetto a quelle precedenti, soprattutto per il fatto che il supporto da parte dei governi non è pensato soltanto per il sistema finanziario, ma funge da garanzia sociale per aiutare le aziende e i dipendenti in questo periodo complesso. Ciò potrebbe portare alla nascita di un contratto sociale nuovo e duraturo tra governi, autorità e forza lavoro".
Anche secondo Masja Zandbergen, head of sustainability integration e Chris Berkouwer, portfolio manager sustainable global equities di Robeco durante la crisi, per far fronte alla pandemia, le società sono diventate più sostenibili.
La domanda rimane la stessa: continueranno a farlo anche una volta superata la pandemia? Secondo gli esperti "c'è un crescente sviluppo delle tecnologie rinnovabili, molte aziende sono realmente impegnate nella decarbonizzazione e negli obiettivi ESG ed è improbabile che questa tendenza si inverta rapidamente. Secondo una recente indagine di Barclays, il 30% dei fondi di investimento ha già inserito gli obiettivi di decarbonizzazione nella propria strategia. I pacchetti di stimolo possono accelerare i tempi della transizione verso un mondo decarbonizzato anche se non abbiamo ancora raggiunto la neutralità delle emissioni di carbonio, che è l'obiettivo per il 2050. L'attuale crisi porterà probabilmente a un forte calo delle emissioni di CO2: per quanto vada ad agevolare il percorso verso il raggiungimento degli obiettivi racchiusi nell’accordo di Parigi siamo ancora abbastanza lontani dal traguardo di limitare l'aumento della temperatura a 1,5°C. Inoltre, le emissioni segneranno un rimbalzo quando l'economia ricomincerà a funzionare".
Robeco guardando a lungo termine privilegia settori come la tecnologia, il settore sanitario, i beni di prima necessità, i servizi di comunicazione e le applicazioni di intrattenimento. "Preferiamo le società di qualità con forti credenziali ESG, basso indebitamento e flussi di cassa prevedibili. Evitiamo in larga misura settori dalla forte connotazione ciclica, come i finanziari e le attività legate ai modelli dell’economia tradizionale" concludono Zandbergen e Berkouwer.