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Gestore della settimana, MIFL il Covid-19 ha accelerato i trend strutturali

5/18/2020 | Marcella Persola

Secondo Christophe Jaubert, chief investment officer & head of research multi-management di Mediolanum International Funds Limited, è molto difficile quantificare con precisione l’impatto economico in tutto il mondo, seppure...


L’obiettivo delle strategie multi-asset è quello di aiutare i clienti ad ottenere i propri obiettivi di rendimento nel medio lungo periodo attraversando i diversi cicli di mercato e possibili incertezze economiche.
Secondo Lipper nel 2003, c’erano meno di 400 miliardi di euro investiti in prodotti multi-assets, mentre alla fine del primo 1° trimestre 2019, solo in Europa erano arrivati a 1,8 triliardi di euro. Tale strumento si può considerare ancora vincente anche nel post pandemia? Ne abbiamo parlato con Christophe Jaubert, chief investment officer & head of research multi-management di MIFL (Mediolanum International Funds Limited).

 

La strategia multi-asset ci può ancora aiutare a mitigare gli shock di mercato? Come è cambiata la vostra asset allocation con l'inzio della pandemia? 

Dalla fine della crisi finanziaria globale abbiamo vissuto un momento di grande rinascimento per gli investimenti multi-assets. Nel 2008, infatti, queste strategie sono salite alla ribalta perché il pesante calo dei mercati azionari è stato mitigato da un forte apprezzamento della componente obbligazionaria. Inoltre, sempre a partire dalla grande crisi finanziaria, i fondi multi assets si sono evoluti ulteriormente in termini di sofisticazione gestionale rispetto alle tradizionali strategie bilanciate con il 60% in azioni e il 40% in obbligazioni. Tutti i nostri prodotti multi-asset sono gestiti attivamente e sono molto ben diversificati sia in termini di strumenti che di gestori, quindi con l’arrivo di Covid-19, non c’è stata necessità di fare modifiche stutturali alla nostra asset allocation, ma abbiamo semplicemente implementato alcuni aggiustamenti tattici seguendo il nostro processo di investimento. Abbiamo aumentato i nostri investimenti nei fondi che avevano una maggiore esposizione a settori più difensivi o con potenziale di crescita superiore, come ad esempio la tecnologia. Questa decisione è stata particolarmente premiante dal momento che i settori più ciclici come quello energetico e quello finanziario sono stati messi a dura prova dagli attuali mercati. Le prospettive future nel breve termine per quanto riguarda la lotta al virus e l'economia rimangono incerte. Il nostro obiettivo è aumentare la diversificazione. Se da una parte, con un’ottica di lungo termine, cerchiamo di approfittare in modo selettivo delle numerose opportunità offerte da queste condizioni di mercato, dall’altra, nel breve termine, riteniamo che in generale le valutazioni delle asset class tradizionali potrebbero continuare a soffrire in un contesto dove l’incertezza a livello macroeconomico è ancora alta. Per questo motivo, stiamo valutando anche la possibilità di diversificare facendo anche degli investimenti in oro.

 

Sono cambiati i vostri temi di investimento del 2020?

All'inizio dell'anno le aspettative erano quelle di un rimbalzo della crescita economica a seguito dell’andamento delle relazioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. Sfortunatamente, le prospettive economiche per il 2020 sono state fortemente impattate dalla diffusione del Coronavirus. La portata di questa crisi non ha precedenti e anche qualora l'Europa e gli Stati Uniti riescano a tenere sotto controllo il virus, ci si aspetta uno shock alla crescita mondiale nella prima metà dell'anno che comporterà una recessione globale nel 2020. In questo momento è molto difficile quantificare con precisione l’impatto economico in tutto il mondo. Di conseguenza rimaniamo prudenti con i nostri portafogli e non aumenteremo il rischio fino a quando non ci sarà maggior chiarezza in anche in previsione di un possibile vaccino. Detto questo, riteniamo che la crisi legata al Covid-19 abbia messo in moto cambiamenti nella nostra vita quotidiana che dureranno oltre l'attuale pandemia e porteranno straordinarie opportunità per gli investitori. La pandemia non ha fatto altro che accelerare alcuni dei trend strutturali che abbiamo visto negli ultimi anni, come ad esempio l’incremento dei consumi e acquisti on-line, la necessità di aumentare gli investimenti nel settore sanitario, e inoltre ha accentuato anche gli effetti dei bassi tassi di interesse per gli investitori. Queste sono aree su cui ci stiamo attualmente concentrando quando guardiamo alla costruzione dei nostri portafogli e alle nostre scelte di asset allocation strategica.

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