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S&P 500 sopra i 3000 punti, i dubbi degli investitori

5/28/2020 | Redazione Advisor

Il principale indice azionario statunitense ha già recuperato il 70% delle perdite causate dal Covid. E adesso? Il commento di Swissquote Bank


La combinazione di Coronavirus e riacutizzarsi delle tensioni con la Cina rischia di essere fatale per Donald Trump, che in questo contesto compless si sta giocando il secondo mandato alla Casa Bianca E mentre Main Street soffre, Wall Street sale: l’indice S&P500 sta infatti consolidando sopra i fatidici 3000 punti, ai massimi delle ultime dodici settimane. Come spiega Ipek Ozkardeskaya, senior analyst di Swissquote Bank, si tratta di “un livello cruciale da monitorare per gli investitori: qualora l’appetito del mercato di proseguire nella risalita fosse più forte della tentazione di fare cassa e portare a casa i profitti realizzati, potremmo vedere l’indice mettere in target i livelli pre-Covid, il che sarebbe molto strano se consideriamo quanto l’attività economica aziendale sia stata impattata dall’emergenza sanitaria e dalle chiusure”.

 

Ma bisogna fare i conti con le magie della Fed, i cui giganteschi acquisti di asset e i tassi vicino a zero stanno aiutando in questo trucchetto. “L’indice S&P500 ha già recuperato il 70% delle perdite causate dal Covid e lo scenario di liquidità a basso costo offre una base solida per un’ulteriore ripresa sui mercati finanziari. A questo proposito, i prezzi degli asset sono già e continueranno a divergere dalle valutazioni sottostanti, sebbene le forze di mercato all’opera rimangano favorevoli a nuovi rialzi nel lungo termine” prosegue l’analista.

 

“Con notizie micro e macro non promettenti,  gli investitori rimangono in attesa di capire quale sia il momento giusto per vendere prima che venga pubblicato il dato sul Pil americano del primo trimestre” sottolinea ancora l'analista . Per quanto il consensus degli analisti punti ad una contrazione del 4,8%, i rischi di sorprese negative non si possono escludere. Il dollaro Usa è debole sulla scorta di questa persistente propensione al rischio ma un dato sul Pil americano peggiore del previsto potrebbe rinsaldare l’appetito per il biglietto verde, come si può anche evidenziare dalla resistenza della domanda di oro e Treasury. Pertanto, meglio farsi trovare preparati e con le protezioni già attive”.

 

In questo contesto “l’eurodollaro ha oltrepassato nuovamente 1,10 tornando sui massimi degli ultimi due mesi: nel suo discorso di ieri Christine Lagarde, Presidente della BCE, ha messo in guardia sui rischi di una recessione severa che potrebbe causare una contrazione dell’8-12% nelle economie europee quest’anno. Queste parole accomodanti della Lagarde e il calo ad ampio raggio del dollaro hanno dato una forte spinta alla moneta unica per quanto il potenziale rialzista rimanga intrappolato dallo scetticismo della BCE” conclude l’analista di Swissquote.

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