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Non dimentichiamo le materie prime

6/8/2020 | Redazione Advisor

Le commodity offrono buone opportunità e non possono mancare in un portafoglio diversificato. L’analisi di Robeco


Dopo essere stata trascurata a lungo, l’asset class delle materie prime torna ad offrire buone opportunità. E’ la view di Jeroen Blokland, senior portfolio manager del team multi asset di Robeco, il quale ritiene che “in contesti di rallentamento economico come quello attuale dovuto ai diversi lockdown, le commodity offrono un enorme potenziale una volta passato il peggio. Se non già superato, abbiamo comunque toccato il punto di minimo il che significa che la domanda globale inizierà a migliorare. Questo vale anche per le materie prime, e in particolare i metalli industriali”.

 

 Oltre al ritorno della domanda, vedremo anche un aggiustamento dal lato dell’offerta, sulla scorta della ripresa del settore manifatturiero, che rappresenta la maggior parte della domanda di materie prime e che secondo i dati uscirà dalla recessione in condizioni più forti rispetto a quello dei servizi. “Sui mercati delle materie prime è iniziato un processo di riequilibrio che continuerà nei mesi e nei trimestri a venire. Un valido esempio è quello del petrolio, con l’OPEC+ che ha ridotto la produzione di quasi 10 milioni di barili al giorno” spiega il gestore. “Ci aspettiamo che questo riequilibrio si verifichi anche per i metalli industriali, seppur in modo meno centralizzato. Infatti, questi ultimi sono caratterizzati da enormi distanze geografiche tra produttori e consumatori e, di conseguenza, negli ultimi mesi le scorte hanno registrato un’impennata poiché la produzione non poteva essere distribuita a causa delle misure di blocco”.

 

Per quanto riguarda i metalli preziosi, oltre a rappresentare un valido investimento sulla base della ripresa economica attesa, questi costituiscono un efficace elemento di diversificazione in un portafoglio. “Ciò può fungere da copertura (assicurazione) se le cose non vanno secondo i piani” prosegue Blokland. “L’oro, in particolare, offre una copertura appetibile in diversi scenari macroeconomici. Il suo status di bene rifugio è stato ampiamente confermato quando il coronavirus ha colpito l’economia globale. In aprile il prezzo dell’oro ha superato i 1.700 dollari, avvicinandosi ai massimi del 2011 e 2012. Nei mesi di marzo e aprile l’oro ha offerto un rendimento positivo di oltre il 6%”. Anche un eventuale ritorno dell’inflazione, conseguente alle misure di stimolo delle banche centrali potrebbe favorire l’oro, considerato da molti investitori l’asset reale per eccellenza.  

 

Infine non va dimenticato il fratello minore dell’oro, ossia l’argento. “Nell’attuale scenario, ci aspetteremmo anche una sua buona performance. In primo luogo, perché l’argento e l’oro il più delle volte si muovono in tandem; secondo, perché a differenza dell’oro, l’argento è usato a scopi industriali (nelle leghe, nell’elettronica) e beneficerebbe pertanto di una ripresa della domanda globale. Negli ultimi anni il rapporto oro/argento ha raggiunto livelli estremi. Ci aspettiamo un ritorno di questo rapporto verso la media una volta che sarà ripartita la domanda industriale” conclude il gestore.

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