Tempo di lettura: 2min

Post-Covid, tra visione di breve e di medio termine

6/9/2020 | Redazione Advisor

In questa fase occorre distinguere l’allocazione tattica e la costruzione strategica dei portafogli. Il commento Edmond de Rotschild AM


Nell’attuale contesto di crisi brutale e inedita, con un’assenza pressoché totale di prospettive, l’orizzonte degli investitori si è bruscamente ridotto e i mercati hanno adottato un atteggiamento decisamente più reattivo che proattivo. I mercati, privi di visibilità, si limitano a riflettere la dinamica attuale invece di proiettarsi nel futuro, e poiché è difficile prevedere quando le cose cambieranno, secondo Benjamin Melman, global cio di Edmond de Rothschild Asset Management, è necessario distinguere l’allocazione tattica a breve termine e la costruzione strategica dei portafogli.

 

A breve termine, si assisterà sicuramente a un miglioramento della situazione” spiega Melman. “Il sostegno monetario e fiscale è forte. L’uscita dal lockdown prosegue ovunque senza problemi con la ripresa dell’attività, rinasce la speranza di un vaccino (anche se vi è ancora molta strada da percorrere) e sul fronte dell’Europa l’iniziativa franco-tedesca, sostenuta dalla Commissione europea (ancora in attesa di convalida), contribuisce a ridurre i rischi di una nuova crisi europea. Le rinnovate tensioni tra la Cina e gli Stati Uniti devono senz’altro essere seguite attentamente, in quanto la «fase 1» dell’accordo tra le due potenze rivali potrebbe essere annullata. La tendenza rimane tuttavia complessivamente positiva”.

 

A medio termine, prosegue il cio, il quadro è invece più complesso: “E’ impossibile per noi estrapolare questo miglioramento e sperare in un ritorno alla normalità dell’attività e molteplici scenari sono possibili. La rivalità tra gli Stati Uniti e la Cina continuerà a penalizzare il commercio mondiale e la strategia delle aziende. La questione di un’eventuale fase 2 degli accordi sino-americani non è più d’attualità. D’altro canto, le aziende usciranno dalla crisi più indebitate e con margini erosi, mentre abitualmente le recessioni permettono di ripartire su basi più sane. In assenza di annunci forti, dopo il rilancio del 2020 la politica fiscale del 2021 sarà recessiva. Peraltro lo stallo delle trattative tra il Regno Unito e l’Unione europea aumenta notevolmente il rischio di una hard brexit a fine anno. Da ultimo, al di là degli effetti a breve termine, è impossibile prevedere le ripercussioni di una crisi di tale ampiezza sul comportamento economico degli agenti. Vi è un netto squilibrio tra il rischio di sorprese positive e negative”.

 

“Alla luce di tale contesto di liquidità abbondanti nella durata e di miglioramento a breve termine, conserviamo quindi un’esposizione agli attivi rischiosi appena inferiore al livello normale. Durante la crisi gli investitori hanno privilegiato, com’è logico, i mercati difensivi e abbiamo quindi ridotto il peso delle azioni statunitensi a favore delle azioni europee per permettere ai portafogli di beneficiare della schiarita congiunturale a breve termine e della riduzione del rischio in Europa. Si tratta di un movimento tattico. Non intendiamo esporci più del necessario agli attivi rischiosi e l’euforia attuale dei mercati ci spinge alla vigilanza. La sequenza che si profila sembra essere favorevole, ma permangono l’assenza di prospettive e i rischi” conclude Melman.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?