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Fed ferma ma pronta a nuove misure

6/11/2020

I commenti di Generali Investments, Lombard Odier, M&G Investments e Mellon al meeting di ieri della banca centrale USA


“Non stiamo pensando di aumentare i tassi. Non stiamo neppure pensando di pensare di aumentare i tassi”. Queste parole di Jerome Powell, presidente della Fed, sintetizzano al meglio la posizione de FOMC, che non prevede alcun intervento in questo senso prima della fine del 2022.

 

Il meeting della Banca centrale americana di ieri non ha presentato sorprese. “La Fed ha mantenuto la sua politica monetaria costante e ha rafforzato la sua guidance per il futuro proiettando il tasso di politica monetaria a zero fino alla fine del 2022” commenta Samy Chaar, capo economista delle banca Lombard Odier . “La banca centrale manterrà il ritmo attuale del suo programma di acquisti di attività per il prossimo futuro e continuerà ad acquistare 80 miliardi di dollari al mese in titoli del Tesoro, 40 miliardi di dollari al mese di MBS (mortgage-backed securities), nonché 250-500 milioni di dollari a settimana (compresi i reinvestimenti) di CMBS (commercial mortgage-backed securities). Questo rafforza la nostra aspettativa di una politica monetaria molto accomodante negli Stati Uniti a seguito di uno shock economico di proporzioni storiche”.

 

Paolo Zanghieri, senior economist di Generali Investments, osserva che la Fed ha riconosciuto il miglioramento delle condizioni del mercato economico e finanziario rispetto all'incontro del 29 aprile, con le attività di diversi settori già tornata al livello pre-crisi. “Il rapporto sull'occupazione di maggio è stato citato come una sorpresa positiva, ma sottolinea tuttavia quanto sia grande l'incertezza sulla direzione dell'economia in corso e la necessità che il FOMC apprenda dai dati l’evoluzione della ripresa. È stato sottolineato il fatto che l'onere della crisi sta ricadendo su lavoratori meno qualificati, donne e minoranze, rispetto ai dati positivi circa il mercato del lavoro per queste categorie prima dell'epidemia di Covid”.

 

In termini di politica monetaria, Zanghieri spiega che non ci sono stati grandi cambiamenti; la Fed si impegnerà a limitare i danni duraturi al mercato del lavoro e alla capacità produttiva. “I tassi rimarranno vicini allo zero fino a quando la Fed non sarà fiduciosa circa la forza della ripresa, ma non è stato menzionato alcun obiettivo esplicito per PIL o disoccupazione. Gli acquisti di obbligazioni su larga scala necessari per mantenere il mercato in funzione sono stati ridimensionati, ma d'ora in poi continueranno almeno al ritmo attuale. Sono in fase di analisi ulteriori misure: in particolare, i membri del FOMC stanno valutando vantaggi e svantaggi del controllo della curva dei rendimenti, osservando l'esperienza internazionale. Tuttavia è necessaria una migliore conoscenza dello stato dell'economia e dell'impatto delle misure esistenti prima di giungere a una conclusione. Lo stesso vale per il rafforzamento della forward guidance sul programma di acquisto dei titoli. Maggiori dettagli sono probabili nelle riunioni di luglio e settembre”.

 

Guardando al futuro Jim Leaviss, cio del public fixed income team di M&G Investments commenta: “La Fed ha 3 mandati: inflazione (stabilità dei prezzi), disoccupazione e mantenimento di bassi tassi di interesse a lungo termine. Anche se la Fed ritiene che i prezzi degli asset siano troppo alti, se si concentra a riorientarli in una certa direzione, fallisce nel suo compito di mantenere la stabilità dei prezzi e la disoccupazione. Quel che è certo è che al momento c'è un eccesso di domanda di safe asset, le aziende hanno utilizzato il massimo delle linee di credito rinnovabili e la domanda di denaro aumenterà con una maggiore avversione al rischio, nel caso in cui le condizioni dovessero peggiorare ancora una volta. Ci chiediamo: gli Stati Uniti potrebbero seguire l'esempio del Regno Unito come nel secondo dopoguerra, quando la percentuale di debito rispetto al PIL ha raggiunto il 200% circa, alimentando misure finanziarie repressive e costringendo le banche, le compagnie di assicurazione e i fondi pensionistici a comprare debito pubblico? Oppure il tasso di crescita negli Stati Uniti dopo la crisi potrebbe essere sufficiente per farli uscire dal tunnel del debito, dato che i tassi saranno probabilmente inferiori alla crescita futura per un certo periodo di tempo? Cercavamo da un lato rassicurazioni sulla volontà della Fed di continuare a fornire un sostegno straordinario all'economia, e dall’altro una narrativa su quanto a lungo i tassi overnight saranno mantenuti in un intervallo dello 0-0,25%. E abbiamo sentito entrambe” conclude Leaviss.

 

E ancora Vincent Reinhart, chief economist e macro strategist di Mellon (BNY Mellon Investment Management): “Non ci aspettiamo nulla di nuovo sul fronte delle politiche monetarie se gli eventi si svilupperanno come da previsioni della Fed, che includono un cupo declino del 6,5% nel PIL reale per quest’anno. Date le aritmetiche trimestrali, l’economia non uscirà dal fosso in cui si trova prima del 2022. Gli obiettivi di massima occupazione e inflazione sembrano irraggiungibili per i prossimi 2 anni e mezzo, ma il consiglio amministrativo di Powell non resterà con le mani in mano riguardo all’esercizio dei poteri di prestito previsti dal Federal Reserve Act 13(3), avendo già modificato le risorse esistenti al ritmo di una volta a settimana sin dall’implementazione, principalmente per estenderne la portata e la durata. Apparentemente, Powell ritiene che vi siano dei problemi per i non profit (ospedali, università e college) e potrebbe creare una finestra ad hoc per questi ultimi”.

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