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Stime di crescita ancora al ribasso

6/23/2020 | Redazione Advisor

Schroders prevede che l’attività globale calerà a -5,4% quest’anno e si aspetta una ripresa lenta a forma di “U”


Poichè i dati relativi al primo trimestre sono stati più deboli del previsto, Schroders ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita globale e si aspetta ora una ripresa a “U” e non più a “V”. “Prevediamo che l’attività globale calerà a -5,4% quest’anno, un aggiornamento rispetto al -2,9% previsto precedentemente, guidato soprattutto dal deterioramento delle stime per Stati Uniti e Cina. Ci aspettiamo che la ripresa sarà graduale con famiglie e imprese che restano caute” spiega Keith Wade, chief economist & strategist della società di gestione.

 

“Nel 2021 la crescita globale dovrebbe migliorare, al 5,3%, con le politiche fiscali e monetarie che resteranno accomodanti e sul fronte medico l’aspettativa di un vaccino pronto entro la metà dell’anno. Abbiamo anche ribassato le nostre stime sull’inflazione globale all’1,5% nel 2020 (dal precedente 1,9%) e all’1,8% nel 2021 (dal precedente 2,1%)”.

 

Wade (nella foto) si attende che l’attività nel secondo trimestre sarà probabilmente sugli stessi livelli negativi del primo trimestre, se non peggiori, tuttavia, il peggio potrebbe essere alle spalle, come evidenziano alcuni dati: “per esempio, i prezzi dei metalli industriali si sono stabilizzati e i dati sugli spostamenti di Google suggeriscono che le attività nei posti di lavoro stanno riprendendo, anche se a livelli contenuti”.

 

Con l’allentamento dei lockdown, nel terzo trimestre dovremmo vedere una sorta di rimbalzo dell’attività, ma secondo Wade la ripresa sarà più debole rispetto alle previsioni precedenti per quattro motivi. Innanzitutto per la difficoltà nella rimozione delle misure di lockdown, legata soprattutto al trade-off tra far ripartire l’economia ed esporre la popolazione al rischio di contrarre il Covid-19. Molti scienziati hanno messo in evidenza il pericolo di una nuova ondata di casi.

In secondo luogo per la cautela da parte dei consumatori. L’esperienza del virus renderà le persone più caute in generale. In alcuni ambiti, le abitudini di spesa non torneranno ai livelli precedenti, soprattutto nei settori viaggi, ospitalità e intrattenimento.

Un terzo fattore da considerare è il ritiro delle misure di supporto. Minore supporto per le aziende implica maggiore incertezza per le famiglie sull’occupazione, aumentando la reticenza a spendere. Infine, sulla ripresa peserà il calo degli investimenti delle imprese. A livello aziendale, l’incertezza peserà sugli investimenti e dopo un brusco aumento dei livelli di debito, ci aspettiamo un periodo di de-leveraging da parte delle società a inizio 2021. Ciò peserà sull’attività e sui redditi, con le aziende che daranno priorità alla riduzione del debito rispetto alla spesa in nuove strumentazioni e tecnologie o in dividendi.

 

Tutto ciò implica secondo Wade che non torneremo sui livelli pre-Covid entro la fine del 2021, “rendendo le nostre previsioni più a “U” che a “V”.

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