Tempo di lettura: 3min

Mirabaud: Dove porterà il qe infinity?

6/24/2020 | Redazione Advisor

Ciò che sarà cruciale per i mercati non è la dimensione dei bilanci delle banche centrali oggi ma il modo in cui questi saranno ridotti in futuro


Con misure che vanno dall’acquisto di asset al taglio dei tassi, tutte le banche centrali del mondo stanno cercando di contrastare i danni provocati dalla pandemia. Nei prossimi mesi, i programmi di quantitative easing dovrebbero anche permettere di finanziare senza difficoltà i piani di aiuti dei governi. Quali saranno le reali implicazioni di questi interventi? E fin dove arriveranno?

 

In generale, i bilanci delle banche centrali (in particolare quelle del G6) sono aumentati dall'inizio dell'anno e soprattutto dall'inizio della pandemia. “Il bilancio della Fed dovrebbe raddoppiare nel 2020 rispetto al 2019 (39% del PIL americano contro il 19%)” spiega John Plassard, investment specialist del Gruppo Mirabaud. “Per quanto riguarda i movimenti dei tassi (si tratta principalmente di tagli - la Danimarca è stato l'unico Paese ad aver aumentato i tassi durante la crisi), ci sono stati 134 tagli record dall'inizio dell'anno; 81 banche centrali hanno infatti abbassato i loro tassi di interesse”.

 

Un altro aspetto a cui tutti guardano, prosegue lo Plassard, è il legame tra l'espansione dei bilanci e gli indici dei mercati azionari: gli indici statunitensi sono stati spinti al rialzo da alcuni grandi nomi, ma anche le iniezioni di liquidità della Fed hanno alimentato il rialzo. “Abbiamo anche osservato che dall'8 giugno l'S&P 500 è sceso in concomitanza con l'arresto (momentaneo?) dell'espansione del bilancio della Fed. Il presidente della Fed, Jerome Powell, lo ha detto chiaramente qualche settimana fa: la dimensione del bilancio (Fed) non è una preoccupazione oggi, perché la priorità è "salvare l'economia". Questo stato d'animo è condiviso dalla maggior parte delle altre banche centrali di tutto il mondo. Ad un certo punto, però, ci sarà bisogno di pensare a una normalizzazione delle politiche monetarie, ed è a quel punto che potrebbe esserci motivo di preoccupazione. Per gli indici, in primo luogo, ma anche in termini di oneri per gli interessi”.

 

La Fed, la prima istituzione a lanciare un programma di acquisto di asset alla fine del 2008, ha dato il buon esempio. “La banca ha indicato la strada alle sue controparti quando ha iniziato a ridurre il proprio bilancio nell'ottobre 2018. Prima di farlo, l’Istituto ha iniziato ad alzare i tassi con cautela per evitare un aumento troppo brusco dei tassi a lungo termine (gli effetti della riduzione del bilancio di una banca centrale sugli interessi sul debito di uno Stato possono infatti essere significativi). Il tasso di riduzione dei bilanci può essere rimodulato in caso di aumento eccessivo dell'inflazione. Infine, non dimentichiamo che il quantitative easing (e quindi l'espansione dei bilanci delle banche centrali) ha portato a più di 12,5mila miliardi di dollari di obbligazioni a rendimento negativo in tutto il mondo”.

 

Plassard conclude che i livelli elevati dei bilanci delle banche centrali non sono di per sé molto importanti, poiché non vi è un reale limite alla loro espansione. Ciò che sarà cruciale per i mercati è il modo in cui questi bilanci saranno ridotti in futuro.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?