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Italia, le prospettive restano fosche

6/29/2020

AXA IM e HSBC Global AM commentano la revisione al ribasso delle stime di crescita del nostro Paese da parte del Fondo Monetario Internazionale


Ha suscitato scalpore la revisione al ribasso delle stime di crescita da parte del Fondo Monetario Internazionale, soprattutto per l’abbassamento dei numeri per l’Italia, con proiezioni che vedono il Pil del nostro Paese a -12,8% nel 2020. Quali riflessioni si possono fare sulle prospettive future?

 

Innanzitutto, “la revisione ha interessato diversi paesi e non solo l’Italia” spiega Alessandro Tentori, cio di AXA IM Italia. “Per esempio, in Francia si prevede una contrazione del PIL di 12.5%, mentre la Spagna si allinea con l’Italia a -12.8%. Ovviamente, la dispersione delle stime di crescita in Europa è frutto della diversa intensità con la quale l’epidemia di Covid ha colpito i paesi membri, ma anche delle scelte politiche nella gestione del lockdown e del post-lockdown.

 

Per il 2021 il FMI prevede un rimbalzo del 6.3% (Eurozona +6%), anche se non è del tutto chiaro se la ripresa sarà a “V” o a “U”, ma quello che preoccupa Tentori è “la crescita potenziale del paese, che negli ultimi 20 anni è stata di solo 0.2-0.3%. Questo risultato è frutto di un assetto industriale che è poco adatto a competere sui mercati internazionali, specialmente in una situazione di politica monetaria unica, dove lo strumento della svalutazione non viene contemplato in ottica di strategia nazionale. La perenne mancanza di riforme strutturali è tanto più fastidiosa, quanto la forchetta tra l’Italia e il resto del mondo “industrializzato” continua a allargarsi”.

 

Guardando al breve termine, secondo Joseph Little, global chief strategist, HSBC Global Asset Management, è probabile che la crescita registri una ripresa nel terzo trimestre e un forte sostegno politico dovrebbe supportare la ripresa nel resto dell’anno, anche se con un ritmo più lento”. Anche Little però manifesta delle perplessità sulle prospettive, che rimangono incerte, per via delle incognite relative agli sviluppi del virus stesso, all'efficacia del sostegno politico e al grado di cautela di consumatori e imprese. “I rischi al ribasso per la crescita del paese nel lungo periodo includono il rischio che le misure politiche non siano del tutto efficaci o quello di una “stimulus fatigue”, in uno scenario caratterizzato dal deterioramento delle dinamiche del debito sovrano e da potenziali sfide alle misure straordinarie di sostegno della BCE. Inoltre, è probabile che l’attuale mancanza di riforme strutturali fondamentali faccia sì che il basso tasso di crescita potenziale persista”.

 

 “Se è vero – come credo – che ogni crisi è anche un'opportunità” evidenzia ancora Tentori, “allora temo che lo sia per molti paesi, ma non per l’Italia. La mia speranza invece è che questa crisi sia una grande opportunità per l’Europa e che le scelte politiche di Roma vengano coordinate con, diciamo pure “suggerite” da Berlino, Parigi e Bruxelles. Come sempre sarà la leva finanziaria (e.g. il MES) a indirizzare l’orientamento politico. Ma non vi nascondo anche un mio pensiero cinico: Più passa il tempo, più l’Italia potrebbe avere necessità di cassa e più costoso potrebbe essere il ricorso al MES, sia in termini finanziari che politici” conclude il cio di AXA IM.

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