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I Paperoni sono sicuri: consulenza sempre più fondamentale

7/13/2020 | Redazione Private

Paolo Federici (UBS): “L'86% degli investitori italiani dichiara di aver ancora più bisogno di assistenza"


Il 75% degli investitori facoltosi a livello mondiale ritiene che la pandemia abbia trasformato profondamente il modo di vivere delle persone a seguito del Covid-19, secondo quanto emerso dall’ultima ricerca Investor Watch di UBS, leader mondiale nel settore della gestione patrimoniale. Stando alla ricerca, che ha coinvolto oltre 3.750 investitori in 15 mercati a livello mondiale, gli investitori stanno già pensando di rivedere il proprio stile di vita in seguito alla pandemia:
• 7 investitori su 10 in futuro ridurranno viaggi e spostamenti verso i luoghi di lavoro
• La metà ha intenzione di stabilirsi in prossimità della famiglia
• Il 46% potrebbe rinunciare a vivere in città, optando per delle zone meno popolate
• Per l’88% la massima priorità è il mantenersi in buona salute

Il 67% degli investitori sostiene inoltre che la pandemia ha inciso sulla percezione della propria situazione finanziaria:
• Il 56% teme di non aver sufficienti risparmi nel caso in cui si verificasse un’altra pandemia
• Il 58% si preoccupa di dover lavorare più a lungo per compensare minori introiti contributivi pensionistici
• Il 60% teme di diventare un peso economico per la famiglia, in caso di malattia
• Il 54% si preoccupa di non lasciare sufficienti risorse finanziarie per le generazioni future. Nel complesso, l’83% degli investitori desidera ricevere più assistenza del solito da parte del consulente finanziario di riferimento, in termini di gestione patrimoniale durante la pandemia.

Tom Naratil, co-presidente di UBS global wealth management e presidente di UBS America, afferma: “Mentre affrontano la crisi legata al Covid-19, gli investitori sono alla ricerca degli approfondimenti più recenti e desiderano una maggiore consulenza personalizzata per raggiungere i propri obiettivi finanziari. A causa della pandemia, molti investitori stanno riconsiderando le modalità in base alle quali finanziare in futuro i loro bisogni in termini di liquidità, longevità e successione. Di conseguenza i gestori patrimoniali hanno la possibilità di svolgere un ruolo ancor più decisivo nella vita dei loro clienti, preparandoli allo scenario post- pandemia”.

Paolo Federici, market head di UBS Global Wealth Management in Italia, ha commentato: "Il Covid-19 ha costretto molti investitori a rivedere le proprie priorità a causa delle ripercussioni che la pandemia ha generato sul proprio stile di vita e sulla situazione finanziaria. Tuttavia questa situazione sta generando anche diverse opportunità, infatti il 79% degli investitori italiani vede la volatilità come una proficua occasione per riallocare i propri investimenti. I millennial italiani poi, nonostante la preoccupazione per la situazione economica, sono sempre più proiettati verso gli investimenti sostenibili. In linea generale, la consulenza giocherà un ruolo sempre più fondamentale, l'86% degli investitori italiani dichiara infatti di aver ancora più bisogno di assistenza".

Da un punto di vista generazionale, gli investitori millennial intervistati erano più propensi ad affermare di aver subito ripercussioni economiche a causa della pandemia e più preoccupati per la loro situazione finanziaria rispetto alle generazioni precedenti. Il 73% di loro ha infatti dichiarato di aver sofferto un impatto sul versante finanziario a causa della pandemia. Il 74% sostiene che quest’ultima ha inciso sulla percezione della loro situazione finanziaria. Inoltre, i millennial temono di dover lavorare più a lungo per compensare minori introiti, di non avere sufficienti risparmi e di perdere il lavoro nel contesto attuale.

Gli stessi rivelano di essere sensibili anche al tema dell’impatto sociale generato dai loro investimenti. Circa un terzo ha aumentato il sostegno economico a familiari e amici, mentre il 69% si definisce interessato agli investimenti sostenibili. Infine il 60% si dichiara incline alla filantropia a seguito del Covid-19. Da una prospettiva regionale, gli investitori dell’America Latina risultano i più propensi nel prefigurare un mondo che cambia in modo permanente a seguito del Covid-19, seguiti dagli investitori statunitensi.

Stati Uniti

Mentre gli Stati Uniti sono ancora impegnati nella fase di contenimento della pandemia, l’82% degli investitori a stelle e strisce prevede un cambiamento duraturo del proprio stile di vita tradizionale, un dato superiore alla media globale pari al 75%. Tuttavia, solo il 22% afferma di aver subito ripercussioni significative a causa della pandemia – una quota inferiore rispetto alla media globale del 25%.

America Latina

Gli effetti della pandemia sono percepiti in misura maggiore dagli investitori dell’America Latina, sia sul versante finanziario che in termini di stile di vita. Ciononostante, gli stessi risultano anche i più propensi a scorgere un aspetto positivo nella volatilità dei mercati connessa al COVID-19. Infatti, l’84% di loro percepisce la volatilità dei mercati come un’opportunità di investimento, rispetto a una media globale del 79%.

Europa

L’impatto della pandemia sugli investitori europei è stato essenzialmente in linea rispetto alla media globale. L’unico dato in controtendenza risulta essere collegato al loro orientamento a favore degli investimenti a impatto sociale. Il 42% dei millennial europei ha infatti aumentato il proprio sostegno economico a familiari e amici, a fronte del 34% degli omologhi su scala globale.

Svizzera

Il Covid-19 ha avuto minori ripercussioni sugli investitori svizzeri. Solamente il 56% intravede un mutamento permanente del proprio stile di vita, rispetto a una media globale del 75%; il 68% sostiene che continueranno i timori legati agli effetti della pandemia, a fronte di una media globale pari all’81%. Infine, solo l’11% afferma di essere stato notevolmente penalizzato sul versante finanziario.

Asia-Pacifico

Il 71% degli investitori in questa regione prevede cambiamenti durevoli a causa del virus, 4 punti percentuali in meno rispetto alla media globale. Tuttavia, tra di essi l’89% desidera ricevere più assistenza del solito da parte del consulente finanziario di riferimento durante la pandemia stessa, a fronte di una media globale dell’83%.

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